Caso Alitalia, vertice a Palazzo Chigi. Lupi: “Tutto bene, entro domani risposta all’ultimatum di Etihad”
Palazzo Chigi in campo per la questione Alitalia. Si è tenuto a Roma un vertice dedicato alla vertenza del momento: all’incontro hanno partecipato per il governo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, e il capo della segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani; per Alitalia l’amministratore delegato, Gabriele del Torchio, e il presidente, Roberto Colaninno; per Poste Italiane l’amministratore delegato Francesco Caio e per Atlantia (società dei Benetton che ha il 7,4% del vettore) il capo delle finanze, Giancarlo Guenzi. Inoltre, sono collegati in collegamento telefonico l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, e il consigliere delegato di iIntesa Sanpaolo, Carlo Messina. “Tutto bene”, ha affermato all’uscita da Palazzo Chigi il ministro Lupi.
La stessa presidenza del Consiglio ha poi rilasciato un comunicato, spiegando che “durante la riunione sono stati affrontati i temi principali ancora aperti al fine di giungere alla chiusura della trattativa. Si è trattato di un incontro proficuo, che consentirà in brevissimo tempo alla compagnia italiana di formulare una risposta all’ultima lettera di Etihad, in modo da giungere al più presto ad un esito positivo”.
Etihad ha ormai lanciato il suo ultimatum in una lettera a Gabriele Del Torchio. L’amministratore delegato James Hogan ha ricordato agli italiani che il termine è quello del 31 luglio, cioè domani, per la firma del contratto. Tempo quasi scaduto ma ci sono ancora nodi aperti, come il negoziato Poste-banche e quello con i sindacati. Per di più, secondo la ricostruzione di Repubblica in edicola, l’ad avrebbe spiegato che una revisione al ribasso della redditività di Alitalia rende più stringente la necessità di arrivare a un accordo sulle basi delle richieste di Etihad, che d’altra parte investirà 560 milioni.
Quanto alla posizione delle Poste, la società pubblica ha deciso di fare un altro piccolo sforzo: investire 65 milioni nella Midco, una società cuscinetto tra la vecchia Alitalia zeppa di perdite e contenziosi e la nuova che sorgerà per fare entrare Etihad nel capitale. La somma è a metà strada tra i 50 che voleva mettere Poste e i 73 richiesti da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Atlantia per coprire l’aumento di capitale da 250 milioni, di cui almeno 200 da girare alla nuova alitalia al fine di ripristinare la cassa entro fine anno.
Unicredit, entrata in Cai a ottobre scorso, assieme alla società pubblica, ha accettato la nascita della Midco che mette su un piano privilegiato Poste, ma non acconsente che partecipi con meno soldi, alla copertura della liquidità da girare alla newco. Per le banche, Poste deve alzare la somma a 73 milioni per par condicio. La lettera di Etihad, però, mette fretta. Resta aperto il nodo sulla rappresentanza sindacale. Il governo al momento non interviene, lascia che sia Alitalia a discutere.
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