Riforme in salita, governo battuto al Senato con voto segreto su emendamento della Lega. Pd: “Tornano i 101 di Prodi”
Governo battuto al Senato su un emendamento dell’opposizione durante la discussione del ddl riforme.
L’emedamento della Lega L’Aula con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti ha approvato a scrutinio segreto l’emendamento 1.1979 sulle competenze del Senato «su materie eticamente sensibili» sul quale governo e maggioranza avevano espresso parere negativo. L’emendamento, a firma del senatore della Lega Stefano Candiani, assegna al nuovo Senato la possibilità di legiferare su alcune materie ‘eticamente sensibili’ come bio-testamento, matrimonio e diritti civili.
«Creato un danno» «La norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista», è il commento affidato a Twitter dal sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto.
«Tornano i 101 di Prodi» «Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti. #opensenato #laricaricadei101 pdnetwork», scrive su twitter Davide Faraone, membro della segreteria del Pd. Accusa che i dissidenti dem non accettano: paragonare ai ‘franchi tiratori’ sulle riforme ai 101 dell’elezione del presidente della Repubblica «vuol dire che hanno votato nel segreto contro Renzi gli stessi che bocciarono Prodi per scaricare Bersani? Non ha senso», replica il senatore Pd Corradino Mineo.
Polemica sul voto segreto Prima del voto in Aula c’è stato un acceso dibattito sull’opportunità del voto segreto sull’emendamento. In particolare, il senatore del Pd Luigi Zanda ha duramente attaccato il presidente del Senato Pietro Grasso che ha difeso la sua scelta appellandosi al rispetto del regolamento. «Non ci sono i motivi per tornare in giunta per il regolamento, ma chiedo che ci siano almeno 20 richiedenti per ottenere il voto segreto», ha detto Grasso. La richiesta del voto segreto è stata avanzata da 89 senatori. L’emendamento aveva ricevuto i pareri contrari della relatrice di maggioranza Anna Finocchiaro e del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Favorevole quello dell’altro relatore Roberto Calderoli. Poco prima del voto il senatore del Pd Felice Casson aveva richiesto di poter sottoscrivere l’emendamento leghista.
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