Estate, anche lo scontrino va in vacanza: bar, ristoranti e negozi, uno su due non lo rilascia
Estate, tempo di vacanze. Anche per lo scontrino fiscale. Con l’arrivo della bella stagione, infatti, l’evasione cresce in maniera proporzionale al volume d’affari di bar, ristoranti e negozi al dettaglio: in media, in Italia, un esercizio su due non lo fa o lo fa irregolare.
Il fenomeno raggiunge punte vicine all’85% a Napoli, mentre Genova si conferma ‘area protetta’ per la lealtà fiscale, con solo il 15% di irregolarità. Poche ricevute anche a Roma e a Palermo, con cinque esercizi su 10 che non ne fanno. Fa leggermente meglio Milano, quattro su 10. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos, effettuata con la collaborazione di diverse associazioni di categoria e dei consumatori sul territorio.
In un mese di monitoraggio, dal 15 giugno al 15 luglio 2014, viene tratteggiata la geografia dell’evasione fiscale quotidiana, quella che nasce da piccoli importi ma che accumula cifre consistenti su tutto il territorio: dai conti della pizzeria appuntati sulla tovaglia di carta al classico cornetto e cappuccino pagato direttamente al bancone del bar. Fino a macellai, fruttivendoli e alimentari che tengono spento il registratore di cassa.
Genova la più onesta – Si tratta di una prassi consolidata in tutto il Paese ma anche molto diversificata fra le cinque città prese in considerazione. Il fenomeno è più diffuso al Sud, come dimostrano i dati di Napoli e Palermo, mentre spicca in positivo quello di Genova, dove si segnalano i commercianti più rispettosi delle regole. E’ la Guardia di Finanza a monitorare da vicino il fenomeno, con un’azione di contrasto all’evasione che consente ogni anno di recuperare ingenti somme sottratte alla tassazione.
Controlli 2013 – Le Fiamme Gialle hanno eseguito oltre 400mila controlli sul rilascio di scontrini e ricevute fiscali: un’attività commerciale su tre ha emesso nel 2013 una ricevuta o uno scontrino fiscale irregolare o non lo ha proprio emesso; sono state riscontrate irregolarità nel 32% dei casi.
I casi ‘locali’ – A Ostia (Roma) sono stati circa 8.136 nel 2013 i controlli della Finanza per riscontrare l’osservanza dell’obbligo di emettere, a seconda dei casi, ricevute e scontrini. Ben 5.102, pari al 62.7% del totale, si sono chiusi con esito irregolare: certificata quindi la mancata emissione di più di tre scontrini su cinque.
Peggiora il 2014. In Puglia, secondo gli ultimi dati della Guardia di Finanza, nei primi cinque mesi del 2014 sono stati effettuati 9.413 controlli e sono state riscontrate 3.984 irregolarità, oltre il 40 per cento
Le sanzioni – Nei casi di mancata emissione dello scontrino o della ricevuta è prevista una sanzione solo per il commerciante e non per il cliente. E’ buona prassi poi che il cliente ne chieda sempre l’emissione. E oltre a richiederlo, dovrebbe controllare anche l’esattezza dei dati fiscali; è importante verificare che l’importo corrisposto sia lo stesso riportato sul documento fiscale.
Quando non serve – Esistono operazioni per le quali è previsto l’esonero da scontrino o ricevuta: cessioni di tabacchi e carburanti per l’autotrazione, di giornali e beni mediante distributori automatici a gettone o moneta. Altri casi di esonero sono previsti per i conducenti di taxi (che però, in caso di richiesta del cliente, sono tenuti al rilascio della fattura) e per altre attività minori tra cui ciabattini, ombrellai e arrotini.
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