Striscia di Gaza, Israele ritira le sue truppe dopo una tregua di 72 ore. Almoz: “Tutti i nostri soldati sono usciti da Gaza”
Il ritiro dell’esercito israeliano stavolta è ufficiale. “Tutti i nostri soldati sono usciti da Gaza”, annuncia il portavoce dello Stato ebraico Moti Almoz. Una conferma che arriva a stretto giro dopo l’inizio della tregua di 72 ore, scattata alle 8 ora locale (le 7 in Italia). Dopo 28 giorni di guerra le autorità istraeliane – ultimata la distruzione dei 32 tunnel di Hamas – concludono così le operazioni di terra nella Striscia. Un alto ufficiale ha comunque precisato che un piccolo contingente rimarrà vicino al confine, pronto a reagire nel caso Hamas rompesse il cessate il fuoco.
Tregua sempre fragile
La tregua concordata con la mediazione egiziana rappresenta l’ennesimo tentativo di far tacere le armi e avviare il negoziato per una cessazione duratura delle ostilità, di dare un po’ di respiro alla popolazione di Gaza. Ma un’ora prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco, le sirene d’allarme sono entrate in funzione ad Ashkelon e in altre città vicine al confine con Gaza. Secondo i media israeliani, poco prima colpi di mortai erano stati sparati verso le colonie vicine al confine. Nella salva di razzi verso il centro di Israele che hanno preceduto
l’entrata in vigore della tregua, uno di questi – un M75 a lunga gittata – è caduto nei pressi della moschea di Beit
Sahour in Cisgiordania, non distante da Betlemme.
Spiraglio per i negoziati
Il cessate il fuoco di tre giorni, annunciato nella stessa giornata in cui a Gerusalemme si sono verificati due “atti terroristici” con morti e feriti e a Gaza sono stati uccisi altri civili, dovrebbe ora portare al passo successivo, quello dei negoziati, visto che tra le condizioni poste c’è la richiesta che lo Stato ebraico torni al tavolo negoziale al Cairo. Una strada abbandonata la scorsa settimana dal governo di Benjamin Netanyahu.
La Casa Bianca ha accolto con favore la notizia della tregua, sottolineando che ora spetta al movimento islamista palestinese rispettare l’impegno. “È un’iniziativa importante. La sosteniamo pienamente – ha detto Tony Blinken, il vice consigliere per la sicurezza nazionale – Ora spetta ad Hamas dimostrare che rispetterà il cessate il fuoco”.
Bilancio pesantissimo
Dall’inizio dell’offensiva israeliana, l’8 luglio scorso, sono stati uccisi 1.900 palestinesi, tra i quali circa 400 bambini. Altri 9.000 sono rimasti feriti e gli sfollati sono 285.000 soltanto nei rifugi gestiti dall’Onu. Tra gli israeliani ci sono state 67 vittime, 64 militari e tre civili.
Aiuti Usa
Il presidente Usa, Barack Obama, ha intanto firmato il disegno di legge che garantisce l’aumento di 225 milioni di dollari di fondi per finanziare Iron Dome, il sistema antimissile di Israele, rivelatosi molto efficace nell’intercettare i razzi lanciati da Hamas. Lo riferisce una nota della Casa Bianca in cui viene ribadito il diritto dello Stato ebraico a difendersi, ma anche l’appello alla autorità israeliane affinché facciano il possibile per evitare vittime tra la popolazione civile di Gaza. Dal 2011 a oggi gli Stati Uniti hanno finanziato Iron Dome con 700 milioni di dollari.
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