Spending Review, un quarto delle ‘partecipate’ perde soldi. Corte dei conti: “Ci costano 26 miliardi all’anno”
Sono 1.424, circa una su quattro, le partecipate da enti locali con un rendimento negativo rispetto al capitale investito (Roe). E’ quanto emerge da uno studio del commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli che passa a setaccio 5.264 società per le quali sono disponibili i conti del 2012 e che completa la relazione del gruppo di lavoro dedicato alle partecipate stesse, consegnata al Comitato interministeriale il 7 agosto scorso. “La pubblicazione di indici che misurino l’efficienza delle partecipate – è spiegato sul sito della spending review – può costituire un importante stimolo al miglioramento delle attività di queste società” e “come punto di partenza viene oggi pubblicato su questo sito un fondamentale indice di efficienza, il ‘Return on Equity’ (Roe) calcolato come rapporto percentuale tra risultato netto e mezzi propri”.
Tra le partecipate degli enti locali, censite dal ministero dell’Economia, ce ne sono ben 1.075 i cui bilanci 2012 risultano, al momento, “off limits” anche per il commissario ai tagli. Nelle tabelle pubblicate oggi – senza che si arrivi a conclusioni o sintesi sui risultati – vengono indicate come società con “bilanci non disponibili”, con sede in praticamente tutte le Regioni italiane: si va da aziende per il turismo ad associazioni per la formazione a consorzi per la tutela dei parchi.
In aggiunta, ce ne sono 86 per le quali “i dati riportati nella banca dati del Tesoro non sono coerenti con quelli di altre
banche dati utilizzate a fine di controllo e che quindi potrebbero contenere errori”.
Se nel complesso le partecipate sono stimate essere fino a 10mila dallo stesso commissario, che ha rivisto in eccesso il dato di 7.700 circa del Mef, dalle schede disponibili come supporto alla spending review emerge anche che ci sono 1.242 società non attive, dalla napoletana Arpac in liquidazione allo Zuccherificio del Molise. Sono poi 143 le società partecipate dagli enti locali che nei bilanci 2012 hanno patrimonio negativo o nullo. Le tre con un “rosso” maggiore sono l’immobiliare Cmv di Venezia (-20,3 milioni), la Fiera di Roma (15,7 milioni), la società di trasporti del Lazio Cotral (-14,9 milioni).
“Occorre naturalmente interpretare questi indici con attenzione, perché il risultato di un singolo anno può essere influenzato da eventi straordinari. Da un singolo indice non si possono trarre conclusioni definitive sulla efficienza delle partecipate. Si tratta comunque di utile punto di partenza per ulteriori analisi”, si spiega alla Revisione della spesa stessa.
L’analisi di “redditivita” vera e propria viene così compiuta su 5.264 società. Oltre a quelle con redditività negativa, si segnalano 2.708 partecipate con un Roe superiore a zero ma inferiore al 10 per cento e 1.132 con una forte redditività, il cui Roe è a due cifre. Ma i dati possono essere spacchettati anche per i quattro livello di “grandezza” patrimoniale. E mostrano che le più piccole hanno un’incidenza di redditività negativa maggiore. Quelle con capitale fino a 10 mila euro sono solo 130, ma contano ben 67 dal Roe negativo, in pratica una su due. Quelle con una dimensione appena maggiore (tra 10 e 100 mila euro) sono 1.182: una su tre (337) hanno redditività sotto lo zero. Se si sale sopra questa soglia, ad avere un Roe negativo è in media una società su quattro. In particolare tra 100 mila euro e 1 milione di euro ci sono 1.662 società e tra loro 408 con Roe sotto zero. Sopra la soglia di 1 milione di capitale vengono invece contate 2.290 società, tra le quali 612 evidenziano un Roe con il segno meno.
Guardando a migliori e peggiori performer, nella classe delle più piccole il peggior risultato va alla Wpp Uno Spa, che da informazioni reperibili online risulta attiva nel settore delle rinnovabili, con un Roe di -10.351% (ma bisogna tenere presente il settore d’investimento). Subito dopo, l’Azienda bergamasca multiservizi Information Communication Technology, con un Roe di -8.945%.
Tra le aziende più grandi, invece, il primato per la minore redditività va alla Gestione agroalimentare molisana, che nel 2012 aveva poco più di 2 milioni di mezzi propri e un reddito netto negativo per 14,6 milioni. Va solo un po’ meglio alla Società per la trasformazione del territorio di Parma, che ha 5,7 milioni di patrimonio netto e perdite per 28 milioni. Nell’elenco figura anche Alitalia-Cai (Roe a -139%).
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