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Indipendenza della Scozia, vince il “NO”: La Gran Bretagna resta unita. A Glasgow e a Dundee i separatisti prendono più voti

Indipendenza della Scozia, vince il “NO”: La Gran Bretagna resta unita. A Glasgow e a Dundee i separatisti prendono più voti

Il sogno è svanito all’alba e non tornerà. La Scozia ha deciso di restare nel Regno Unito e milioni di inglesi che temevano la dissoluzione della Gran Bretagna con uno schiaffo senza precedenti alla sua storia tirano un enorme sospiro di sollievo. I “No” hanno vinto il referendum sull’indipendenza con il 55% e il “Sì” di conseguenza è al 45%: dieci punti percentuali di distacco, 2.001.926 voti contro 1.617.989. Poco meno di quattrocentomila elettori – la differenza tra i due schieramenti – hanno deciso che l’Inghilterra resterà una nazione unita e senza “mutilazioni”. Glasgow, la città scozzese più popolosa, ha scelto i separatisti. Ma Edimburgo, le Highlands, le isole Ebridi, il Galloway, l’Abeerdeenshire – la Scozia rurale, silenziosa e vagamente “magica” che vive tra la brughiera e il Mare del Nord – ha deciso che era più saggio mantenere il matrimonio plurisecolare con Londra.
I risultati definitivi del referendum sono stati divulgati a Edimburgo questa mattina attorno alle sette. Tredici gradi, cielo grigio, spruzzi di pioggia – è la norma, è la Scozia – vittoria del “No” chiarissima: neppure i sondaggi più pessimistici avevano pronosticato dieci punti di distacco tra gli schieramenti. Il dato di Edimburgo, il cuore della battaglia, la città che sarebbe diventata la capitale del nuovo Stato, dice tutto. Gli unionisti hanno raggiunto i 61%, mentre i separatisti si sono fermati al 39%. Il risultato, dopo le tre del mattino, quando lo scrutinio era a metà strada, non è stato più in discussione: alla fine i “No” sono stati, appunto, 2.001.926, i “Sì” 1.617.989. Le 383.937 schede di differenza hanno deciso che la Scozia non sarà un Paese indipendente e che la Gran Bretagna, nonostante Londra abbia sudato freddo per settimane, nonostante le riflessioni che dovrà fare, nonostante i maggiori poteri che dovrà concedere aggi scozzesi (Cameron ha preso un impegno solenne), è riuscita a respingere la minaccia.

Glasgow, la città più popolosa, ha scelto i separatisti e così pure Dundee

Ma nel resto della regione – ormai la Scozia torna ad essere questo: una regione autonoma della Gran Bretagna – le cose sono andate diversamente. Ad Aberdeen gli indipendentisti sono stati sonoramente battuti (41% contro il 59% degli unionisti) e la cosa è altamente simbolica: l’Abeerdeenshire è la contea del Castello di Balmoral ed è lì che la regina Elisabetta, simbolo della nazione, ha atteso i risultati del referendum, anche lei – si immagina – davanti a una tv con il marito, Filippo Duca di Edimburgo, e la dama di compagnia. Perché in un’alba così c’era tutta la Scozia sveglia, dall’ultimo operaio alla donna che porta la corona in nome della nazione.

La sterlina, dopo l’esito del voto, recupera altro terreno e, in scia all’esito del referendum sull’indipendenza della Scozia con la vittoria dei No, si porta a 1,6450 dollari. La moneta britannica, rispetto alle altre principali valute, è stabile sull’euro, a 0,7884, mentre guadagna sullo yen, a 179,94.

I primi risultati Lo spoglio era iniziato alle 23 italiane ed è andato avanti per tutta la notte. Le prime ad essere state scrutinate sono le più piccole e le più remote contee della Scozia, dove ha prevalso il no. Si tratta del Clackmannanshire, delle Orkney (le Isole Orcadi nell’estremo nord), delle Shetlands e della Western Islands. A Clackmannanshire ha votato No il 53,8% dei quasi 40 mila elettori, mentre il 46,2% ha scelto il Sì. Per il collegio di Orkney (un remoto e struggente arcipelago il remoto arcipelago nel Mare del Nord) gli unionisti hanno prevalso con il 67,2% mentre per l’indipendenza ha votato il 32,8% dei 14.887 votanti. Scenario analogo per le Shetlands, dove il No ha prevalso con il 64% dei voti (9.951 su un totale di 5.669) sul Sì che ha registrato il 36% delle preferenze. Mentre nelle Western Isles il voto unionista ha ottenuto il 53% e quello indipendentista il 47%.

Aberdeen Il No ha vinto anche ad Aberdeen, con il 59% delle preferenze mentre per il Sì ha votato il 41%. È la prima tra le principali città scozzesi scrutinata.

Il sì vince a Dundee L’unica affermazione del Sì arriva nel collegio di Dundee, roccaforte indipendentista nota come ‘Yes City’. Il Sì prevale con il 57,35% dei voti mentre al No va il 42,65%. Già nella notte gli opinion poll, basandosi su un campione limitato, prevedevano una vittoria dei No al 54% con i Sì al 46%.

Affluenza record È stata del 75% l’affluenza alle urne a Glasgow, la città più grande della Scozia ed il collegio più popoloso, con 486.219 votanti, l’11 per cento dell’elettorato. La percentuale risulta inferiore alle previsioni, ma Glasgow è tuttavia considerata una città dove l’affluenza è più bassa rispetto al resto del paese. Si stima che siano quattro milioni gli scozzesi andati a votare (si era registrato per votare il 97% degli aventi diritto).

La denuncia di brogli Secondo quanto riferisce Sky News proprio a Glasgow ci sarebbero stati casi sospetti di irregolarità nelle operazioni di voto. Si tratterebbe di 10 casi di elettori che avrebbero tentato di votare due volte. La polizia ha requisito alcune schede.

Salmond Il ‘first minister’ scozzese Alex Salmond, riconoscendo la vittoria del ‘Nò, ha ringraziato la Scozia per «1,6 milioni di voti per l’indipendenza».

Darling «La gente di Scozia ha scelto l’unità sulla divisione». Lo ha dichiarato Alistair Darling, leader della campagna del ‘no’ Better Together, nel suo primo intervento dopo il risultato del referendum scozzese. «Gli scozzesi hanno riaffermato i legami che li uniscono agli inglesi. Facciamo in modo che non si rompano più», ha aggiunto. Per Darling ha vinto alla fine il «buon senso» degli scozzesi, che hanno deciso che l’indipendenza era troppo rischiosa.

La Regina La regina Elisabetta II rilascerà una dichiarazione scritta sul referendum in Scozia nel pomeriggio. Secondo i media britannici, sarà un appello alla riconciliazione all’interno del Regno Unito dopo la campagna referendaria.

Schulz «Lo ammetto, sono sollevato dal risultato». Lo ha detto il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, commentando il risultato del referendum in Scozia alla radio tedesca Deutschlandfunk.