Roma, Teatro dell’Opera, i 182 orchestrali licenziati faranno ricorso. Franceschini: “Il sovrintendente Fuortes andrà avanti nel suo lavoro”
Partiranno subito dopo l’arrivo delle lettere di licenziamento i primi ricorsi dei 182 orchestrali e coristi dell’Opera di Roma che il Cda del Teatro ha deciso ieri di cacciare via in tronco. È quanto emerge negli ambienti sindacali. Quanto alle iniziative di protesta contro la mossa clamorosa della dirigenza, la Fistel-Cisl domani manifesterà al ‘Costanzi’ a sostegno dei lavoratori in via di licenziamento, ha reso noto il segretario generale di Roma e Lazio Paolo Terrinoni.
Il sit-in Fistel Cisl e Uilcom Uil manifesteranno domani davanti al Teatro dell’Opera dalle ore 11 alle 14 contro il licenziamento. All’iniziativa di domani potrebbero aderire anche altre sigle – Libersind Confsal e Usb – che con Cisl e Uil avevano aderito al piano di rilancio del sovrintendente dell’Opera Carlo Fuortes e permesso la vittoria del sì nel referendum tra i lavoratori. «Dopo l’assemblea ci sposteremo alla manifestazione di Sel sul lavoro – ha detto il delegato Uilcom-Uil Giorgio Salvucci, tecnico di palcoscenico all’Opera -. Questo è un disegno sulle Fondazioni liriche che viene dall’alto e da lontano sulle Fondazioni liriche, ma un licenziamento collettivo non si può fare perchè poi il Teatro non chiude. All’Opera è stato fatto un ‘omicidiò, non un atto d’amore».
Presidio al Campidoglio Intanto stamani al Campidoglio sono arrivati in bicicletta «come fa il sindaco Marino» i ragazzi del Cinema America, in occasione della prima ricorrenza dello sgombero della sala cinematografica e in solidarietà con i lavoratori del Teatro dell’Opera. Lo scopo: consegnare una lettera al sindaco e al Presidente della Regione Lazio Zingaretti. Nello stesso piazzale c’era anche una parte dei lavoratori dell’Opera. Le due «manifestazioni» si sono unite sotto un unico striscione.
Il corpo di ballo
Il licenziamento collettivo deciso ieri dal Cda del Teatro dell’Opera di Roma riguarda orchestra e coro in blocco ma non il corpo di ballo. «Di fatto il balletto non esiste già più all’Opera – dice Alberto Manzini, segretario generale della Slc-Cgil, sindacato che ha avversato la gestione del sovrintendente Carlo Fuortes – Stanno mandando le ultime lettere di pensionamento e da gennaio faranno venire i ballerini da fuori per ogni singolo spettacolo. È la precarizzazione della cultura e del melodramma in Italia». Dunque per questo non «li avrebbero toccati». Secondo Nadia Stefanelli (Slc-Cgil), «sono rimasti solo 15 ballerini a tempo indeterminato, mentre in un balletto di questo livello normalmente ce ne vorrebbero una settantina».
Franceschini
Il sovrintendente «Fuortes sta da mesi facendo un lavoro positivo e importante all’Opera di Roma con la situazione più difficile rispetto a tutte le altre», ha ribadito il ministro della cultura Dario Franceschini, che commenta le reazioni politiche di queste ore alla decisione di licenziare coro e orchestra del Costanzi. «Certo che il sovrintendente Fuortes andrà avanti nel suo lavoro – sottolinea quindi Franceschini – Anche perché la scelta di queste ore l’ha fatta con il pieno sostegno dei consiglieri di amministrazione e dei soci che questi rappresentano».
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