Isis: migliaia di jihadisti alle porte di Bagdad. Ban Ki-moon: “Impegnarsi per evitare massacro di civili a Kobane”
“Circa 10mila jihadisti dell’Is sarebbero alle porte di Bagdad, pronti a sferrare un attacco alla capitale irachena”. Lo riporta il sito di al Arabiya che cita un alto funzionario governativo iracheno intervistato dal quotidiano britannico Telegraph.
Si fa sempre più difficile la situazione per la città curda di Kobane in Siria, ad un passo dalla Turchia. Gli Usa sono molto preoccupati dall’avanzata dell’Is, monitorata da Washington anche oggi. “È una tragedia quello che sta accadendo, ma la questione va affrontata nel complesso della strategia della coalizione”, ha detto il segretario di Stato Usa, John Kerry. “Sconfiggere l’Is – ha aggiunto – richiederà tempo”.
Non meno preoccupato il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, che ha bollato come “irrealistica” la creazione di un corridoio umanitario per l’invio di armi o il passaggio di volontari curdi dal confine turco a Kobane: “La Turchia non può dare armi e né consentire il ritorno (a Kobane) dei civili (curdi) che chiedono di andare a combattere con gruppi terroristi”, perché “sarebbe un crimine”, ha detto. Ankara, però, ha confermato un funzionario del governo della Turchia, coperto dall’anonimato, si è accordata con gli Stati Uniti affinché l’intelligence turca addestri 4mila combattenti dell’opposizione siriana.
La Turchia, inoltre, stando a quanto hanno riferito da alcuni funzionari della Difesa americana, consentirà agli Stati Uniti e alle forze della coalizione diusare le sue basi, compreso un impianto chiave a 100 miglia dal confinesiriano, per le operazioni contro i militanti dello Stato islamico in Siria e in Iraq. L’amministrazione Obama aveva insistito perché la Turchia ricoprisse un ruolo più incisivo contro gli estremisti. Il segretario alla Difesa americano, Chuck Hagel, ha avuto un colloquio telefonico con ministro della Difesa turco, Ismet Yilmaz, e lo ha ringraziato per la disponibilità del suo Paese a collaborare nella lotta contro i militanti di Stato islamico.
Intanto, le forze americane, assieme a quelle degli Emirati Arabi e dell’Arabia Saudita, hanno condotto nuovi raid aerei anti-Is in Siria, nei pressi di Kobane e Raqqa. In Iraq, inoltre, i caccia Usa, assieme a quelli britannici, hanno bombardato postazioni jihadiste nei pressi di Hit, Kirkuk e Ramadi. Lo riferisce Jim Acosta della Cnn citando il Centcom, il Comando centrale americano.
Per piegare la resistenza dei curdi asserragliati a Kobane, i jihadisti hanno inviato oggi rinforzi verso la città siriana: lo ha riferito un responsabile dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). “Si tratta di una battaglia cruciale per loro”, ha detto il direttore dell’OSS, Rami Abdel Rahmane, riferendosi ai jihadisti: “se non riescono a prendere Kobane, sarà un duro colpo per la loro immagine”.
Il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha invitato “tutte le parti a impegnarsi per evitare un massacro di civili a Kobane”. “Ribadisco la mia profonda preoccupazione per la situazione dentro e intorno la città: migliaia di vite sono a rischio per gli attacchi Isis”, ha detto al Cairo a margine della conferenza dei donatori per Gaza.
L’Is oggi ha colpito anche in Iraq. Tre kamikaze a bordo di auto imbottite di esplosivo si sono fatti saltare nella città curda di Qara Tapah, a nord-est di Baquba, causando almeno 25 morti. L’attentato è stato rivendicato dagli jihadisti sunniti dello Stato islamico. La città si trova vicino a Jalawla, campo di battaglia a nord-est di Baghdad tra le forze dello Stato Islamico e le truppe regolari irachene.
La bandiera dell’Is che sventola su piazza San Pietro: è l’ultima provocazione dello Stato islamico tramite la sua rivista online Dabiq. Sulla copertina dell’ultimo numero – si vede sul sito del Site - campeggia la bandiera nera e il titolo “Crociata fallita”, evidentemente con riferimento ai raid della coalizione a guida Usa contro l’Is.
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