Terremoto Luxottica, l’ad Cavatorta si dimette dopo poche settimane. Il titolo perde l’8% in Borsa
L’ad Luca Cavatorta, nominato da poche settimane, ha deciso di dimettersi. Al suo posto dovrebbe arrivare Massimo Vian. E nel frattempo il titolo è caduto in Borsa. E’ questo il quadro delle ultime ore di Luxottica.
Cavatorta ha “manifestato la volontà di rimettere al consiglio le deleghe da amministratore delegato”, come ha comunicato ieri sera il gruppo dell’occhialeria su richiesta della Consob, dopo le indiscrezioni di stampa di sabato. Così la società ha convocato d’urgenza il consiglio di amministrazione, previsto nella serata di oggi a Milano. Il presidente Leonardo Del Vecchio “intende proporre al board di cooptare Massimo Vian, chief operating officer, con il ruolo di co-Ceo affidandogli le deleghe per l’area Operations e Prodotto e, ad interim, le deleghe per le Funzioni Corporate e Mercati”. Pertanto “tutte le funzioni aziendali, con le relative deleghe, riporteranno esclusivamente ai due co-Ceo”.
Luxottica ha inoltre precisato che il processo di selezione del co-Ceo Mercati “procede sulla base di una lista di candidati di elevato profilo. Alla luce dei solidi risultati del terzo trimestre, Luxottica ritiene di poter procedere in tale ricerca nei tempi necessari a prendere la decisione migliore”. Del Vecchio ha anche precisato “che è attualmente allo studio un riassetto di Delfin Sarl, la controllante lussemburghese di Luxottica Group, con l’obiettivo di migliorarne la governance e separare ulteriormente la proprietà dalla gestione delle aziende partecipate”.
“A conferma di questo orientamento” Leonardo Del Vecchio ha chiarito che “l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Leonardo Maria Del Vecchio non è mai stato preso in considerazione e che l’attuale consigliere Claudio Del Vecchio non sarà riconfermato alla scadenza naturale del mandato, per dare omogeneità e coerenza alle posizioni di tutti i membri della famiglia”.
Intanto questa mattina il titolo è caduto in Borsa ai minimi dal gennaio 2014. Ora ha recuperato un poco dai minimi intraday e cede il 6,67% a 38,34 euro (dall’iniziale -9,51%). La nuova crisi di governance del gruppo dell’occhialeria arriva solo poche settimane dopo l’uscita di Andrea Guerra, il Ceo che ha portato il titolo in dieci anni da quota 13 euro fino a sopra i 40. Prima che il mercato venisse a conoscenza delle prime voci sull’uscita di Guerra, il titolo quotava intorno a 40,5 euro, ora è sotto i 39. Il nuovo cambio al vertice in meno di due mesi si intreccia con le vicende dell’assetto proprietario di Luxottica, il cui controllo (66,48%) resta in mano a Leonardo Del Vecchio tramite la lussemburghese Delfin, i cui amministratori, secondo l’ultimo statuto depositato in Lussemburgo, sono lo stesso Del Vecchio, l’avvocato d’affari Sergio Erede, Romolo Bardin e i professionisti Aloyse May e Giovanni Giallombardo.
I figli di Del Vecchio sono sei, avuti da tre donne diverse, e tutti hanno quote in Delfin, in nuda proprietà. Claudio Del Vecchio, il primogenito, siede nel board di Luxottica dal 1986, pur avendo una carriera propria al di fuori del gruppo (è Ceo di Brooks Brothers, storica catena di abbigliamento newyorkese che ha rilanciato). Ora, dopo quasi trent’anni, lascerà il board del gruppo creato da suo padre “per dare omogeneità e coerenza alle posizioni di tutti i membri della famiglia”. Secondo indiscrezioni di stampa la moglie del fondatore, Nicoletta Zampillo, avrebbe chiesto di avere in Delfin il peso azionario che le spetterebbe da coniuge in caso di morte del marito, cosa che rimetterebbe in discussione gli accordi presi anni fa per l’assetto della sarl lussemburghese.
Nelle dimissioni di Cavatorta avrebbe giocato un ruolo decisivo il consulente Francesco Milleri, conosciuto da anni da Del Vecchio e dalla moglie, e il suo operato in azienda. Leonardo Del Vecchio ha 79 anni e, per motivi anagrafici, si avvicina il momento della successione che, come capita spesso nelle aziende familiari, costituisce una fase estremamente delicata nella vita delle imprese. Luxottica, creata dal nulla da Del Vecchio che ha iniziato facendo l’operaio, è ormai un gruppo multinazionale che fattura 7,3 mld di euro l’anno e conta 73mila dipendenti.
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