Borse Europee, Atene perde il 10% e trascina con se tutte le altre. Milano cede il 3.9%
Il prezzo del petrolio ai minimi da quattro anni, i crescenti timori sul piano del governo greco per uscire dal salvataggio, le preoccupazioni per la ripresa europea, i dati deludenti in arrivo dall’America su vendite, prezzi alla produzione e settore manifatturiero. Risultato: le Borse del Vecchio Continente vivono una giornata nerissima, con la piazza di Atene che arriva a lasciare sul terreno fino al 10% (si tratta del crollo intraday più alto degli ultimi sei anni) e Milano che, partita lenta, a poco meno di 2 ore dalla chiusura arriva a perdere il 3,9%
A Piazza Affari tutti i titoli viaggiano in rosso tranne Gtech, con i finanziari sotto pressione: Mps, Bper e Unicredit sono in fondo al listino. Poco mossa Luxottica (+0,1%) dopo i pesanti ribassi accusati nelle sedute precedenti in seguito al nuovo terremoto al vertice. Nel corso della giornata vengono sospesi dodici titoli.
LA CORSA DEL DIFFERENZIALE
Sotto pressione tutti i Paesi periferici: la Borsa di Lisbona accusa un calo dell’1,85% mentre Madrid cede l’1,70%. Perdite superiori all’1% anche per Francoforte, Londra e Parigi. Sul mercato del reddito fisso, gli investitori fanno rotta sul Bund tedesco che registra un rendimento al nuovo minimo storico, sotto lo 0,80%, praticamente con un rendimento reale pari a zero. Il differenziale tra Btp e Bund sale sopra i 170 punti base a 171,6, allargando di 25 punti base.
LE BANCHE ELLENICHE NEL MIRINO
Ma i fari sono puntati sulla Grecia, che vive di nuovo ore complicatissime. Ad innescare i timori è stato un report diffuso di Fitch: l’agenzia di rating sottolinea che nonostante i progressi compiuti le banche elleniche «restano zavorrare da pesanti problemi sui portafogli prestiti».
IL PETROLIO GIU’
In una giornata complessa c’è da registrare il nuovo tonfo del greggio, che dopo il crollo di ieri (il Brent ha perso il 4,3% realizzando la più grossa perdita giornaliera da settembre 2011) oggi lascia sul terreno un altro 2% a 83,37 dollari al barile. Giù anche il Wti a 80,9 dollari al barile (-1,1% dopo il -4,6% di ieri), ormai a ridosso della soglia di 80 dollari.
RUBLO A ROTTA DI COLLO
Intanto, la divisa russa continua a segnare record dopo record in negativo: oggi, dopo aver toccato i 51,75 rubli per un euro, ha superato per la prima volta il muro dei 52 rubli.
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