Ivrea, tema shock per bambini delle elementari: “Chi uccideresti, per primo, tra tuo padre, tua madre e tuo fratello?”
«Chi uccideresti, per primo, tra tuo padre, tua madre e tuo fratello?». Il tema da svolgere in classe aveva questo titolo agghiacciante. A rispondere dovevano essere bambini di terza elementare.
Le prostitute
E poi c’erano i riferimenti sessuali da parte delle due insegnanti, ormai attempate e alla soglia della pensione. Un esempio? Il sesso lo spiegavano così: «Succede quando papà si intrattiene con le prostitute lungo la strada». O il «ciupa ciupa» e il «bunga bunga», come definivano le due maestre l’atto d’amore tra i genitori dei piccoli allievi. Non finisce qui. Perché poi c’è la storia dei massaggi. Capitava, ad esempio, che una delle due docenti si facesse palpeggiare il collo dagli alunni, che si davano il cambio tra loro con turni di 10 minuti ciascuno. Il tutto ripreso dalle micro telecamere nascoste, piazzate nella classe dai carabinieri. «Non c’era costrizione, ma l’atto in sé – dicono i genitori – è da deprecare».
La denuncia
Sono, questi, soltanto alcuni passaggi delle denunce ora agli atti e presentate da un gruppo di mamme e papà insospettiti dal comportamento dei figli. Accade in una scuola elementare dell’Eporediese, in un paese alle porte di Ivrea. Per la Procura, però, il caso è da archiviare. Il pm, Chiara Molinari, nelle motivazioni sostiene che non si «ravvisano atti penalmente rilevanti» ma che, piuttosto, il linguaggio e i metodi usati dagli insegnanti, definiti dal magistrato «inopportuni», abbiano soltanto conseguenze di carattere disciplinare. Insomma, per il pm la palla passa al Provveditorato. Apriti cielo. Le famiglie, tramite il loro avvocati Celere Spaziante e Marco Morelli, hanno presentato istanza contro la richiesta di archiviazione. E adesso urlano la loro rabbia: «Quelle due maestre andavano cacciate all’istante». Toccherà al giudice del Tribunale di Ivrea pronunciarsi, mentre sarà l’ufficio scolastico regionale a decidere se sospendere e trasferire le due docenti.
Il via ad aprile
La vicenda parte da lontano. Siamo ad aprile di quest’anno quando i genitori vanno dai carabinieri. «I nostri figli – si sfogano – non vogliono più andare a scuola. Poi scendono nei dettagli e mostrano il titolo inquietante di quel tema da svolgere in classe: è chiaro che i nostri figli sono turbati, chi non lo sarebbe a quell’età?». E infine raccontano dei riferimenti espliciti al sesso, della docente che si fa massaggiare nuca e collo, dello scotch lanciato verso i bambini e dei metodi d’insegnamento non proprio ortodossi. «E’ capitato – raccontano i genitori – che se uno dei nostri figli non aveva capito la lezione, come risposta veniva preso per un orecchio e portato fuori dall’aula».
Dopo le denunce sono partite le indagini e la Procura ha dato il via libera perché fossero piazzate le telecamere. L’occhio elettronico ha filmato per tre settimane e all’insaputa di tutti. Le immagini sono inequivocabili. Secondo gli inquirenti, però, non ci sono elementi sufficienti per chiedere il rinvio a giudizio delle insegnanti (tuttora all’oscuro di essere formalmente indagate per maltrattamenti su minori). Così è scattata la richiesta di archiviazione. I genitori lasciano al loro avvocato ogni considerazione: «Non concordo con le conclusioni del pubblico ministero – precisa Spaziante –. Il lavoro eccellente dei carabinieri, infatti, ha permesso di dimostrare che i tragici sospetti dei genitori erano assolutamente fondati».
La sentenza
La partita giudiziaria resta comunque aperta. Entro un paio di settimane il gip dovrà fissare l’udienza per decidere se accogliere o respingere la richiesta della Procura. Intanto, nella scuola, le voci fin qui taciute sono passate di bocca in bocca: «Se questi sono stati i metodi usati dalle due insegnanti – spiega il direttore scolastico, che ha saputo della vicenda ad indagini concluse – li respingo senza se e senza ma». Aggiunge: «Attenzione però a creare mostri, aspettiamo di capire come si concluderà l’iter della magistratura».
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