Potreste contro la Riforma del Lavoro, Cisl contro la Cgil: “Non credo che oggi siano utili scioperi generali”
“Non credo che oggi siano utili scioperi generali”. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha avvertito così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ad uno sciopero generale contro la riforma del lavoro, la Cisl potrebbe non essere della partita. A margine della manifestazione regionale dei delegati della Lombardia, Furlan ha preso le distanze dal sindacato guidato da Camusso spiegando che “la Cgil farà il suo percorso; noi – ha aggiunto – decideremo il nostro”.
Il segretario della Cisl ha, quindi, spiegato di ritenere che “oggi sia utile una grande mobilitazione, tante assemblee nelle fabbriche e con i cittadini. Le persone devono sapere lo stato di salute vero del Paese, le cose importanti noi vogliamo deciderle insieme a loro. La prima esigenza – ha concluso – è stare sul territorio, stare nelle aziende, parlare con i lavoratori, con gli iscritti e i pensionati, ma anche con i tanti giovani che il lavoro non ce l’hanno”.
Secondo Furlan, inoltre, il tema del lavoro sembra non essere tra le priorità del Governo: “riforme istituzionali, nuova legge elettorale, sono tutte cose importanti – ha sottolineato-, ma se non parte la produzione di lavoro non se ne crea. Noi abbiamo perso 25 punti di produzione industriale e abbiamo acquistato oltre 3 milioni di disoccupati. Ecco quindi perché – ha concluso – vogliamo che la politica e le istituzioni i si concentrino, prima di tutto, proprio su questo aspetto”.
È, invece, convinto che lo sciopero sia “la naturale prosecuzione della manifestazione del 25 ottobre che si presenta come una grande manifestazione che penso darà visivamente l’idea che le persone che lavorano e hanno bisogno di lavorare non condividono le scelte che il governo sta facendo” Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. “Proprio perché abbiamo sempre detto che l’inizio della mobilitazione coincideva con quella manifestazione – ha aggiunto – credo sarà normale e naturale decidere subito dopo di proseguire fino allo sciopero generale individuando tutte le modalità più opportune per arrivarci. E nemmeno lo sciopero generale sarà sufficiente, perché tutti i giorni ci sono aziende che annunciano chiusure, multinazionali che delocalizzano ed è ormai chiaro che, in assenza di politica industriale e senza una messa in discussione anche di determinati vincoli europei che facciano ripartire gli investimenti, si rischia di non uscire da questa situazione”. E ha aggiunto: “C’è bisogno di iniziative sui territori, fabbrica per fabbrica. Il governo dovrebbe fare un provvedimento, in questa fase, che incentivi l’uso dei contratti di solidarietà. Sarebbe intelligente prorogare la messa in campo della riforma Fornero, darci un altro anno di tempo, e rifinanziare i contratti solidarietà come strumento che eviti i licenziamenti, e poi far partire scelte di politica industriale decisive. La manifestazione e lo sciopero generale sono importanti perché danno un’idea di quello che vuoi fare ma poi ci deve essere un’azione che prosegue concretamente, sul territorio, nei luoghi di lavoro”.
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