Renzi a Brescia: scontri e contestazioni. Due feriti tra le forze dell’ordine. Il premier accusa: “Un disegno per spaccare l’Italia”
“Non c’è l’uomo solo al comando, c’è l’Italia che chiede di cambiare per sempre”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando all’Associazione industriale bresciana, nella prima tappa di un tour che lo porterà ad incontrare varie realtà imprenditoriali italiane.
Momenti di tensione si sono registrati in città per la manifestazione promossa dai centri sociali che cercavano di avvicinarsi alla Palazzoli, l’azienda che ospitava l’assemblea alla quale ha preso parte il presidente del Consiglio. Dai manifestanti, circa duecento secondo una prima stima, sono partiti lanci di fumogeni, uova e anche qualche pietra.
Subito dopo l’arrivo del premier, il corteo ha cercato due volte di sfondare il cordone di protezione della Palazzoli predisposto dalle forze dell’ordine che hanno caricato i manifestanti con spintoni, manganellate e lacrimogeni. Fallito il tentativo di sfondamento, parte del corteo ha lasciato l’area limitrofa della fabbrica e si è spostato in centro città bloccando il traffico. Un poliziotto e un carabiniere sarebbero rimasti feriti durante le cariche di contenimento.
Nel suo intervento Renzi ha sottolineato: “Vogliono contestare il governo? E’ un loro diritto. Vogliono cambiare il presidente del Consiglio? Ci provino, io devo cambiare il Paese, non posso preoccuparmi di questo. Però posso dire una cosa: se vogliono contestare, contestino; senza fare del diritto del lavoro, del mondo del lavoro, del dolore di un cassintegrato, della sofferenza di un precario, di cui non parla più nessuno, della inquietudine di una mamma che non ha la maternità, delle difficoltà di chi sta fuori il mondo del lavoro, il campo di gioco di uno scontro politico”.
“Noi – ha proseguito il premier – dobbiamo evitare un rischio pazzesco: è calcolato, studiato, progettato, calcolato un disegno in queste settimane che vuole dividere il mondo del lavoro. C’è l’idea di fare del lavoro il luogo dello scontro. C’è l’idea di mettere gli uni contro gli altri gli operatori del mondo del lavoro. E’ una delle idee che ha fermato l’Italia e bloccato l’Italia. Se abbiamo perso venti anni è perché si è pensato che attraverso manifestazioni e proteste si potesse dividere in due il lavoro, dividendo magari l’Italia dei lavoratori e l’Italia dei padroni”.
“Io – ha detto ancora – sono qui a Confindustria per dirvi che non esiste una doppia Italia, esiste una Italia e dico a Brescia unica ed indivisibile, l’Italia una, unica ed indivisibile che è l’Italia di chi vuol bene ai propri figli, che faccia l’imprenditore o che faccia il lavoratore. Questa Italia non consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non soltanto verbale legato al mondo del lavoro”. Su Ast Renzi ha dichiarato: “L’accordo è possibile”.
In mattinata, in un’intervista a ‘Prima Pagina’ su Canale 5, il premier ha dichiarato: ”Il sindacato naturalmente fa il suo mestiere. In bocca al lupo e buon lavoro. Però noi andiamo avanti perché il nostro obiettivo non è quello di fare una ‘guerra’ politica, noi dobbiamo rimettere in moto l’Italia, rimetterla in piedi e non molliamo di un centimetro”.
Poi, parlando del Jobs act, ha spiegato: ”Le dinamiche parlamentari le vedremo alla Camera nei prossimi giorni. Se ci sarà bisogno di mettere la fiducia, metteremo la fiducia. Quello che è importante è che la fiducia non la perdano quelle donne e quegli uomini che vogliono ampliare il lavoro in Italia”.
Riguardo ai malumori interni al Pd, Renzi ha dichiarato: ”Credo che la scissione non ci sarà. Credo che da questo punto di vista chi immagina la minaccia – ha sottolineato – non si rende conto di quanto sarebbe respinta dai volontari delle feste dell’Unità, dai nostri iscritti, dai nostri amministratori”.
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