Contratto degli Statali, oggi in 50 mila a Roma per manifestare contro il Governo. Faverin: “Continueremo la mobilitazione fino allo sciopero”
Tutti uniti. Ritrovando l’unità del fronte sindacale. Perché il tema è generale, sentito dagli iscritti di ogni sigla: il contratto degli statali va sbloccato e rinnovato. “Continueremo la mobilitazione fino allo sciopero”, annuncia il segretario generale Cisl Fp, Giovanni Faverin. Una battaglia da portare avanti insieme alle categorie del “Pubblico impiego” di Cgil e Uil. E il primo passo oggi, a Roma, per una manifestazione nazionale che partirà alle 12.30 da piazza della Repubblica. Lo slogan principale è #Pubblico6tu. Il corteo attraverserà il centro della Capitale fino a piazza del Popolo, dove il palco – già allestito da ieri notte – ospiterà una serie di interventi. Compresi quelli dei tre segretari generali: Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo.
E il punto di riferimento critico è la Legge di Stabilità
Il segretario generale della Uil-Fpl, Giovanni Torluccio, nel corso della conferenza di presentazione della manifestazione, ha sottolineato che “molto probabilmente la piazza ci suggerirà lo sciopero generale”. Nella Finanziaria 2015, i sindacati richiedono di mettere risorse per il finanziamento del rinnovo del contratto. Visti i tempi di approvazione, l’eventuale sciopero generale della categoria potrebbe tenersi entro la fine dell’anno. E sui numeri c’è già quasi la certezza: “Cinquantamila persone sfileranno per le strade di Roma”. A dare le cifre è il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. “Sono in arrivo 600 pullman”, a cui si aggiungono treni e traghetti, spiega la sindacalista.
“Una risposta così massiccia erano anni che non la vedevamo”, sottolinea Dettori, e aggiunge: “Bisogna avere il coraggio di dire che il bonus degli 80 euro non sono il rinnovo contrattuale del pubblico impiego che noi rivendichiamo”, dopo che è bloccato dal 2010. Per il segretario generale dei lavoratori pubblici Cgil, dal ministro della Pa, Mariana Madia, sono arrivati “troppi slogan e pochi fatti”. A cominciare, evidenzia Dettori, dalla “staffetta generazionale, che produrrà al massimo 500 nuove assunzioni e non 15 mila come promesso”.
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