Gas serra, Stati Uniti e Cina firmano a Pechino un accordo storico per limitarli: fissata per la prima volta una riduzione del 25-28% entro il 2025
Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un importante accordo sulla limitazione delle emissioni di gas serra nel corso di negoziati segreti, che è stato annunciato mentre i presidenti dei due paesi, il cinese Xi Jinping e l’americano Barack Obama, tenevano un’insolita conferenza stampa a Pechino.
Sia Xi che Obama hanno espresso la loro soddisfazione e hanno sottolineato che i due Paesi, che presi insieme sono responsabili del 45% del totale, continueranno a lavorare insieme nella lotta ai cambiamenti climatici. In base all’accordo, Pechino inizierà a ridurre le proprie emissioni dal 2030, anno nel quale raggiungerà il picco, mentre Washington si è impegnata a ridurre le proprie di un quarto entro il 2025.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Xi e Obama sono apparsi entrambi rilassati, anche se Xi Jiping ha risposto in ritardo ad una domanda del New York Times sulla mancata concessione del visto ad alcuni dei suoi giornalisti e a tratti è sembrato che leggesse le risposte da un testo preparato in precedenza. Obama ha affermato di aver parlato con «chiarezza» a Xi di diritti umani e di aver spiegato che, al contrario di quanto affermato dalla stampa e da politici filocinesi, gli Usa non hanno avuto «alcun ruolo» nel promuovere le manifestazioni pro-democrazia di Hong Kong. Xi Jinping ha fornito la risposta standard dei dirigenti cinesi, sostenendo che Pechino «ha fatto grandi passi in avanti» sul terreno dei diritti umani, evitando di affrontare casi scottanti come quello del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna ad 11 anni di prigione.
Quanto alle proteste di Hong Kong, secondo Xi sono «illegali» e Pechino sostiene le posizioni del governo locale. Alla domanda del Nyt, Xi ha risposto in ritardo, usando una frase cinese secondo la quale «quando una macchina si rompe bisogna scendere e vedere qual’è il guasto». Il significato sembra essere che i giornalisti chiamati in causa sono i responsabili del «guasto», vale a dire che hanno fatto qualcosa di sbagliato e che per questo è stato loro negato il visto.
Social