Di Pietro lascia l’Idv e commenta le vicende di Roma: “Peggio di tangentopoli, perché non c’è solo la corruzione, c’è la malavita a gestire il tutto”
“Peggio di tangentopoli, perché non c’è solo la corruzione, c’è la malavita a gestire il tutto”. Antonio Di Pietro, commenta così gli ultimi fatti della cronaca romana, con gli arresti eccellenti nella Capitale. “E’ ancora peggio di quanto avvenne agli inizi degli anni novanta – spiega -. Lì il quadro era con due attori, i corrotti e i corruttori. Ora invece c’è la criminalità in campo, è arrivata la violenza, il ricatto, l’usura. Una cosa ben più grave, perché non c’è solo la corruzione, c’è la malavita organizzata a gestire il tutto”.
“Ma il punto è sempre la politica, perché basterebbe che Renzi, che tanto parla, dicendo sempre ‘ci stiamo lavorando’, dovrebbe fare un bel decreto legge, dove basterebbero tre commi, uno di ripristino del falso in bilancio, uno sulla prescrizione che si blocca con il rinvio a giudizio e un altro sulla concussione per induzione, riprendendo quanto c’era nell’art. 317 del c.p.”.
Via dall’Idv
“Non posso rassegnarmi alla politica del compromesso che sta dominando la politica italiana”. Di Pietro, intanto, ha lasciato Roma e la sede dell’Italia dei Valori, il partito da lui fondato nel 1998, e sta portando nella sua casa di Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso carte e speranze. “Mi porto dietro tutti i documenti archiviati che erano nella sede del partito e che testimoniano della mia onorabilità, di come sono uscito a testa alta da tutte le vicende in cui sono stato coinvolto”. “A Montenero – spiega ancora – ci sono già gli atti e i documenti degli 852 processi che mi hanno visto protagonista, sin dai tempi di ‘Mani pulite’”. “In ogni caso non lascio la politica, devo solo inventarmi una nuova vita, un nuovo modo di fare le cose, non torno a Montenero per chiudermi dentro – spiega l’ex pm -. E’ un nuovo inizio, piuttosto” “Per me l’Idv è come un figlio, non posso parlarne male, ma ora è il momento di cambiare, di cercare nuovi stimoli, di sapere quello che farò domani non quello che ho fatto ieri”, dice spiegando quello che di fatto però è un addio al partito “a cui anzi auguro ogni bene, come farebbe un padre al figlio, ormai maggiorenne, in grado di fare politica da solo”.
Social