Confindustria, i segni della ripresa già nel primo trimestre 2015 ma la disoccupazione scenderà solo nel 2016
“L’Italia ha fatto grandi sacrifici in questi anni, sintetizzati dalla diminuzione del 12,3% del reddito pro-capite, ossia oltre 3.700 euro per abitante, che così è arretrato ai livelli del 1997. Un regresso che ha comportato la rinuncia a sei settimane l’anno di consumi, come se le famiglie smettessero di spendere a metà novembre”. E’ l’impietoso ritratto tracciato dall’analisi del Centro studi di Confindustria che a fine anno traccia uno scenario in chiaroscuro della nostra economia. Per quanto riguarda il Pil, il Csc preveden un ritorno al segno positivo nel primo trimestre del 2015 con +0,20% “per poi salire gradualmente nel biennio”.
Brutte notizie ancora sul fronte del lavoro con un tasso di disoccupazione che nel 2015 – secondo Confindustria – rimarrà ancorato sugli alti livelli di fine 2014 (12,9%), mentre scenderà progressivamente nel 2016, di pari passo con la ripresa dell’occupazione, registrando un 12,6% in media d’anno (12,4% nel quarto trimestre).
Non va molto meglio al debito pubblico che nel 2014 si attesterà al 132,2% del Pil (dal 127,9% nel 2013), per poi toccare il picco al 133,8% nel 2015 e iniziare lentamente a scendere al 133,7% nel 2016.
In leggero e progressivo calo, invece, la pressione fiscale, attesa per quest’anno al 43,5% del Pil, al 43,3% nel 2015, stesso livello del 2013, e continuerà a scendere al 43,1% nel 2016.
Sempre ai minimi livelli, infine, l’inflazione prevista in media al +0,2% sia nel 2014 sia nel 2015. La revisione al ribasso per il prossimo anno è in larga misura ascrivibile alla flessione del prezzo del petrolio.
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