Caos alla Camera dopo il via libera alla Legge di stabilità. Espulsi tredici parlamentari del M5S. Villarosa: “Non starò zitto né fermo. Mi fate schifo”
Bagarre ‘stellare’ alla Camera: tredici espulsi tra le fila del Movimento 5 Stelle durante la discussione sulla legge di stabilità. In mattinata il vice presidente della Camera Roberto Giachetti aveva cacciato dall’aula sette deputati che avevano occupato i banchi del governo. Giachetti che ha definito “molto grave” il comportamento dei deputati cinquestelle, dopo una breve sospensione della seduta ha fatto allontanare dall’aula Davide Tripiedi, Ferdinando Alberti, Massimo Baroni, Luca Frusone, Gianluca Rizzo, il capogruppo Alessio Villarosa e Tatiana Basilio.
Villarosa aveva duramente protestato perché il governo non riesce trovare i fondi per ridurre l’Irap “ma trova 850 milioni di euro per finanziare le missioni militari e continuare fare la guerra a destra e sinistra nel silenzio dell’informazione. Non starò zitto né fermo. Mi fate schifo”, aveva detto, prima di scendere le scale dell’emiciclo e andare a sedersi sui banchi del governo.
Altre espulsioni nel pomeriggio – Alla ripresa dei lavori, nel pomeriggio, ancora tensione a Montecitorio. E nuove espulsioni decise, questa volta, dalla presidente della Camera Laura Boldrini, quando in aula sono stati inalberati cartelli di protesta dal Movimento Cinque Stelle. L’espulsione è scattata prima nei confronti dei di Claudio Cominardi, Vittorio Ferraresi e Michele Dell’Orco. Poco dopo lo stesso trattamento per altri tre, per aver esposto cartelli con la scritta ‘vergogna’.
Tre parlamentari lasciano il Movimento
Terremoto in casa M5S che perde tre parlamentari in un solo giorno. A quanto apprende l’Adnkronos avrebbero rassegnato le dimissioni i senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni e il deputato Cristian Iannuzzi. La conferma arriva dal capogruppo 5S Andrea Cecconi. Iannuzzi, figlio della Simeoni, da tempo era apertamente in dissenso con la linea del gruppo e dei vertici.
Vacciano, tesoriere del M5S, considerato un fedelissimo ma comunque in dissenso da qualche tempo con la linea dei vertici, a quanto apprende l’Adnkronos, lascia il M5S deluso dalla nomina del ‘direttorio’.
Subito dopo la decisione di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, Vacciano aveva inviato una mail ai colleghi prendendosi un periodo di riflessione. Vacciano avrebbe già inviato la lettera di dimissioni al presidente del Senato, Pietro Grasso.
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