Mafia Capitale, Carminati trasferito nello stesso carcere di Totò Riina
Massimo Carminati finisce nello stesso carcere di Totò Riina. A Parma il presunto boss di Mafia Capitale starà sempre al 41 bis – il regime più duro -, come il vecchio capo supremo dei Corleonesi. La decisione è stata presa dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, riferiscono fonti vicine all’inchiesta “Mondo di Mezzo”. E l’ex terrorista dei Nar è stato trasferito dal penitenziario di Tolmezzo, in provincia di Udine, a quello emiliano il giorno di Natale, conferma il legale di Carminati, Giosuè Naso.
Per “il Nero” si tratta del secondo spostamento in meno di un mese: il 13 dicembre era passato dal carcere di Rebibbia a Roma, dove si trovava dal giorno dell’arresto, a inizio mese, a Tolmezzo. Per «incompatibilità ambientale», venne spiegato. Dal 23 dicembre Carminati è sottoposto al 41 bis, chiesto dalla procura della capitale e disposto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. A quanto risulta “il Cecato” sarebbe stato spostato perchè a Tolmezzo erano finite le celle da 41 bis.
«Non conosco le motivazioni del trasferimento – dice l’avvocato Naso -. Parma è un carcere più duro di Tolmezzo, ma forse hanno considerato che c’è un centro medico più attrezzato. Carminati ha un frammento di pallottola nel cranio, quella sparata da un poliziotto nell’’81 che gli ha portato via l’occhio sinistro – ricorda -. Nonostante sia descritto come un mostro, ha un’ablazione totale del bulbo oculare ed è costretto a una pulizia e a un cambio di cerotto quotidiani e c’è sempre un rischio teorico di infezione». Secondo il legale, l’amministrazione penitenziaria non avrebbe voluto insomma correre rischi.
A Parma sono detenuti diversi boss mafiosi di grosso calibro
Da aprile di quest’anno anche Riina, che prima era nella prigione milanese di Opera. Prima dell’arrivo di `U curtu´ a Parma si trovava anche l’altro superboss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, ad aprile portato a Milano per motivi di salute. «Avranno voluto mettere insieme a Parma un vecchio boss mafioso e uno nuovo», ironizza Naso. Il legale di Carminati afferma che il 41 bis comporta tra l’altro per lui di poter parlare con l’assistito solo attraverso un citofono e divisi da un vetro e in certi carceri di avere colloqui di non più di un’ora e mezza. Ed è solo una piccola parte del regime più duro.
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