Singapore, recuperati in mare oltre 40 corpi dei passeggeri del volo AirAsia sparito dai radar durante una tempesta
«La nave da guerra Bung Tomo ha ripescato 40 cadaveri», ha fatto sapere un portavoce della Marina indonesiana. L’Airbus della compagnia aerea malese low cost era in volo da Surabaya, sull’isola indonesiana di Giacarta, a Singapore. In precedenza dei resti somiglianti a una porta d’aereo e uno scivolo d’emergenza erano stati rilevati oggi nel Mar di Giava.
Ieri, dopo due giorni di infruttuose ricerche in un raggio sempre più esteso, la già scarsa speranza di un lieto fine nella scomparsa dell’aereo Air Asia QZ8501 aveva lasciato spazio a un’amara presa di
coscienza: l’ipotesi preliminare è che «l’aereo si sia inabissato in fondo al mare».
«Abbiamo rilevato circa dieci oggetti di grandi dimensioni e molti altri di piccole dimensioni di colore bianco che non siamo riusciti a fotografare», ha riferito un portavoce militare indonesiano, Agus Dwi Putranto, aggiungendo che alcuni sembravano una porta d’aereo e uno scivolo di emergenza.
L’Indonesia intanto ha chiesto aiuto agli Stati Uniti per la ricerca dell’aereo, ha affermato il dipartimento di Stato, sottolineando che nessuna risposta è ancora stata data. «Abbiamo ricevuto oggi una richiesta di assistenza per localizzare l’aereo e la esaminiamo per capire come rispondere al meglio».
Mentre si acuisce l’angoscia dei famigliari, sulle possibili cause del terzo incidente a coinvolgere un jet malese in un anno si possono al momento solo fare supposizioni, finora perlopiù incentrate sul
maltempo.
L’incidente intanto continua a confondere gli esperti. L’aereo Air Asia – partito da Surabaya (Indonesia) con destinazione Singapore – è sparito improvvisamente dai radar senza aver lanciato un segnale di avaria, pochi minuti dopo aver fatto richiesta di salire in quota per evitare delle nuvole minacciose. La richiesta, ha rivelato il direttore dell’azienda indonesiana che gestisce il traffico aereo, è stata negata perché nella zona c’erano altri jet; il QZ8501 ha comunque effettuato una breve deviazione poco prima di scomparire. E nonostante la possibilità di forti fulmini e turbolenze, si crede che solo una rara serie di eventi collegati ed errori umani abbia la potenzialità di far precipitare un aereo.
Al contrario del volo MH370, con ogni probabilità finito nell’immenso e profondo Oceano Indiano, gli analisti prevedono tuttavia un veloce ritrovamento del volo QZ8501, data la scarsa profondità di quel tratto di mare e la densità del traffico aereo e marittimo nella zona. Nel frattempo, per i parenti delle vittime riuniti sono tuttavia ore di ansia che in mancanza di notizie sfocia nella disperazione.
La Air Asia sta provvedendo alle sistemazioni dei famigliari riuniti negli aeroporti di partenza e di arrivo, e il patron Tony Fernandes ha dichiarato che la priorità principale è prendersi cura delle famiglie coinvolte. «Papà torna, ho ancora bisogno di te. Ridatemi il mio papà, dobbiamo incontrarci», ha scritto la figlia del pilota indonesiano dell’aereo, una ragazza di 22 anni, identificata col nome di
«Angela», sul social network Path.
Nonostante il successo consolidato nell’ultimo decennio, per la compagnia simbolo della nuova mobilità della classe media asiatica il 2014 era già stato un anno difficile, con ricavi assottigliatisi anche sotto la pressione di nuovi concorrenti low cost. Secondo molti analisti, il modo in cui il gioviale Fernandes gestirà questa emergenza contribuirà a plasmare il futuro dell’azienda a breve termine.
La scomparsa del volo ieri aveva portato il titolo AirAsia a perdere l’8,5% in Borsa, dopo aver toccato un ribasso del 12 per cento.
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