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Siria, i rapitori delle attiviste italiane Greta e Vanessa alzano il prezzo del riscatto dopo la comparsa del loro video-supplica su youtube

Siria, i rapitori delle attiviste italiane Greta e Vanessa alzano il prezzo del riscatto dopo la comparsa del loro video-supplica su youtube

È la prova che sono vive, stanno bene e non sono nelle mani dell’Isis. Ma è anche lo strumento che serve a fare pressione, a lanciare un segnale chiaro sulla necessità di portare a termine al più presto la trattativa. Un avvertimento per dire che il prezzo del riscatto potrebbe alzarsi o addirittura che le due ragazze potrebbero essere «vendute» a un migliore offerente. Ecco perché, dopo la comparsa su YouTube del video che mostra Vanessa Marzullo e Greta Ramelli avvolte nel chador nero mentre lanciano una supplica al governo italiano, gli apparati di intelligence e la Farnesina hanno chiesto «massimo riserbo, siamo in una fase delicatissima». Esattamente cinque mesi dopo la cattura avvenuta in una zona vicino ad Aleppo, in Siria, i rapitori delle giovani cooperanti italiane cercano di chiudere la partita e lo fanno nella maniera più eclatante dopo un sequestro segnato invece dal silenzio assoluto anche quando gli estremisti dell’Isis mostravano le immagini degli ostaggi decapitati e lanciavano il loro proclama contro l’Occidente. Il timore è che si apra un vero e proprio mercato dagli esiti imprevedibili.

Il mediatore

A metà dicembre – anche per questo la data indicata viene ritenuta un «segnale» – era arrivata la prova che le ragazze erano vive, ma la partita con i rapitori aveva subito una battuta d’arresto. Si era saputo che erano segregate in una casa «gestita» da donne, loro stesse avevano risposto ad alcune domande poste da chi tratta per conto del governo italiano e il «ritorno» con la risposta giusta aveva confermato che erano vive. Però il gruppo dei rapitori aveva sconfessato il proprio mediatore forse ritenendolo «non attendibile» e questo aveva fatto perdere tempo prezioso, soprattutto aveva esposto i negoziatori scelti dall’Italia a chiedere il rispetto delle condizioni già concordate. Il video sembra adesso rappresentare il via libera affinché la trattativa possa entrare nella fase finale con la consegna della contropartita. Ma la scelta di farlo pubblicamente, mostrando le due prigioniere con le vesti islamiche, viene vissuta con apprensione da intelligence e Farnesina proprio perché sembra anche un invito affinché chi può offrire un prezzo più alto si faccia avanti e prenda in consegna le ragazze avviando poi una nuova trattativa con l’Italia. Sia il Free Syrian Army sia Al Nusra sono all’opposizione rispetto all’Isis e questo fa escludere che i fondamentalisti riescano a entrare nella partita, ma anche questa eventualità va tenuta nel conto e per questo in queste ore ci si affanna per riuscire a chiudere l’accordo.

L’analisi

Gli 007 dell’Aise e i carabinieri del Ros stanno effettuando l’analisi del video alla ricerca di un dettaglio utile. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto a quella zona della Siria dove le ragazze sono segregate e anche alla strategia per portarle in salvo. In questo caso un ruolo decisivo può giocarlo la Turchia, che già in passato ha aiutato gli Stati occidentali nella fase del rilascio degli ostaggi. I contatti su questo aspetto sono attivi. L’urgenza riguarda adesso la capacità di fermare la corsa di chi sta tentando di aprire il gioco al rialzo.