Termini Imerese, la Procura sequestra gli atti del viadotto crollato dopo 4 giorni dall’inaugurazione. Renzi: “Vogliamo il nome del colpevole”
La Procura di Termini Imerese (Palermo), che coordina l’inchiesta sul crollo del viadotto Scorciavacche , sulla Statale Palermo-Agrigento, avvenuto a pochi giorni dalla sua inaugurazione, disporrà oggi il sequestro “di tutta la documentazione relativa ai lavori”. Lo annuncia all’Adnkronos il Procuratore capo Alfredo Morvillo, che si occupa della vicenda in prima persona. “Quanto accaduto è un fatto molto grave – dice Morvillo – Adesso bisogna vedere cosa è successo, ma per ora possiamo fare solo ipotesi”.
Al premier Matteo Renzi, che ieri in un tweet ha chiesto il nome del responsabile, il Procuratore Morvillo, fratello di Francesca Morvillo, morta con Giovanni Falcone nella strage di Capaci, dice: “Noi assicuriamo, come Autorità giudiziaria, che la nostra parte di competenza è già in movimento. Abbiamo già disposto il sequestro dell’area e oggi ci accingiamo a quelle attività di indagine indispensabili, dal punto di vista documentale, con il sequestro dei documenti sulla realizzazione dell’opera pubblica”. E spiega: “Ci accingiamo al sequestro di tutta la documentazione e faremo degli accertamenti tecnici sul posto, con un collegio di esperti che nomineremo a breve”.
Fino a questo momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati, ma i primi avvisi di garanzia potrebbero scattare già a breve. Come spiega ancora il Procuratore Morvillo: “Dobbiamo fare delle verifiche preliminari – dice – per eseguire degli accertamenti tecnici. Se si tratta di atti irripetibili allora, a garanzia delle persone interessate, dovranno scattare gli avvisi di garanzia. Se invece si tratta di attività tecniche suscettibili di essere ripetute, non abbiamo bisogno di fare scattare i meccanismi previsti per atti irripetibili. Quando si tratta di atti irrepetibili, la legge prevede che l’interessato deve essere garantito. Altrimenti non scattano i meccanismi e non abbiamo bisogno di iscrivere nessuno e notificare avvisi di garanzia”.
La procura indagherà in particolare sui materiali utilizzati dalle ditte che hanno lavorato al lotto 2A delle opere che riguardano 34 km di asfalto, da Bolognetta fino ai pressi di Palermo. Nel mirino dei magistrati sono le imprese che hanno eseguito i lavori.
“Per ora stiamo facendo degli accertamenti preliminari di carattere tecnico, a partire dal sequestro dell’area dei lavori – dice ancora Morvillo – Ci siamo mossi subito e adesso dobbiamo individuare un collegio di periti a cui affidare l’incarico di verificare le cause di questo crollo, da un punto di vista geologico, ma anche i criteri costruttivi, al fine di individuare eventuali reati penali. Il primo passo è individuare il collegio di periti a cui affidare l’incarico. Bisogna accertare le cause del crollo, se sono cause naturali, nelle quali non si individua una responsabilità a carico di nessuno, e poi bisognerà vedere da un punto di amministrativo come è la situazione. Se ci sono cause addebitabili a comportamenti di negligenza, imperizia e imprudenza nascerà un procedimenti penale. Per noi è preliminare un accertamento tecnico. I tecnici ci devono dire perché questa strada è crollata, partiamo da lì. Dobbiamo acquisire tutta la documentazione relativa agli appalti e ai collaudi e a tutti gli aspetti che possono essere di rilievo in questa vicenda. Se c’è stato qualcuno che ha attestato che i lavori erano stati seguiti secondo i criteri previsti dal capitolato”.
Morvillo spiega ancora che “c’è da fare far una verifica documentale sia sul posto che una verifica tecnica. Il che avverrà, e questo lo possiamo assicurare, nel più breve tempo possibile. Il tempo materiale di sequestrare tutta la documentazione e individuare il collegio di periti all’altezza della situazione”. Morvillo non sa ancora da chi sarà composto il collegio di tecnici esperti: “Intanto contatteremo l’Università per avere delle risposte rassicuranti. Dobbiamo vedere con l’Università e poi nell’ambito dei professionisti privati. Cercheremo di acquisire preliminarmente la notizia su quali sono le persone in grado di svolgere questo incarico e rispondere in maniera adeguata”.
Sembra che il viadotto non sia ancora neppure stato collaudato: “Fra le cose che dobbiamo acquisire c’è la documentazione e pure il collaudo, che come patrimonio conoscitivo è un momento importante, ci dice se l’opera è in grado di funzionare – spiega ancora Morvillo – La prima cosa che si va a guardare è il collaudo, per vedere se c’è qualcosa che non va. Dobbiamo muoverci sia dal punto di vista documentale che tecnico con sopralluoghi per fare accertamenti specifici per vedere se è stato lo smottamento del terreno e se la zona è stata studiata. Ci sono tanti aspetti che ci devono illustrare i tecnici. Intanto ci siamo messi subito al lavoro”.
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