Parigi, capitale del mondo contro il terrore, 2 milioni in marcia. Cinquanta grandi in prima fila. Il fallimento della sicurezza
Oltre due milioni di persone e più di 40 tra capi di Stato e di governo. “Parigi è la capitale del mondo”, ha detto Francois Hollande nel giorno della grande marcia repubblicana (vedi la mappa del percorso) in risposta agli attacchi in cui sono morti 17 cittadini e 3 terroristi.
Una marea umana “senza precedenti”, così numerosa nella capitale che il ministero degli Interni ha annunciato di non poterla contare. A Parigi hanno partecipato almeno 1,3-1,5 milioni di persone e nel resto del Paese un altro milione.
Nella capitale, una folla oceanica ma anche composta ha marciato in gran parte in silenzio, intonando a tratti l’inno nazionale della Marsigliese. Applausi, anche dai balconi e le finestre, hanno salutato il presidente francese e i capi di Stato e governo che per un breve percorso di 200 metri hanno guidato il corteo. E altri applausi hanno salutato il passaggio dei poliziotti.
Ore dopo la partenza, la folla ha continuato ad affluire a place de la Repubblique per poter partecipare alla marcia, guidata dai parenti e dagli amici delle 17 vittime. Hollande li ha salutati tutti, così come ha abbracciato uno a uno i leader stranieri. E il primo ministro Manuel Valls si è poi mescolato alla folla dei manifestanti per stringere le mani ai francesi.
Molti manifestanti hanno sfilato con bandiere francesi o del loro Paese, brandendo matite o cartelli con lo slogan JesuisCharlie. E fra gli slogan scanditi vi erano : “Sono Charlie, ebreo, poliziotto”, ma anche: “Liberté, egalité, dessinez, ecriver”, che aggiunge le parole ‘scrivere’ e ‘disegnare’ al motto della Repubblica francese.
In piazza i reporter di Charlie – In testa al corteo parigino assieme ai familiari delle vittime dell’attacco a Charlie Hebdo anche i giornalisti sopravvissuti.
Hollande abbraccia i leader – Dopo un minuto di silenzio per ricordare le vittime, il presidente francese, visibilmente commosso, ha abbracciato uno ad uno i leader internazionali presenti alla marcia, che hanno camminato fianco a fianco per 200 metri. Un percorso breve ma che rimarrà nella storia.
Il presidente e i parenti delle vittime – Hollande, accompagnato dal primo ministro Manuel Valls, ha salutato con strette di mano e abbracci anche i parenti e gli amici delle 17 vittime, in testa al corteo. Fra loro anche giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo sopravvissuti all’attacco, diversi dei quali hanno una fascia sulla fronte con il nome del settimanale.
Gli slogan della manifestazione – “Sono Charlie, ebreo, poliziotto”. E’ questo uno degli slogan più scanditi a Place de la Republique, assieme a “Liberté, egalité, dessinez, ecriver” che introduce le parole ‘scrivere’ e ‘disegnare’ al motto della Repubblica francese. Ma c’è anche chi innalza il cartello: “E’ l’inchiostro che deve scorrere, non il sangue”.
Misure di sicurezza a Parigi. Potente simbolo di unità della Francia e della comunità internazionale nella lotta al terrorismo, la marcia repubblicana è protetta da ‘misure eccezionali’ di sicurezza, ha ribadito il prefetto di Parigi. Oltre 5.500 poliziotti e militari dispiegati nella capitale: sui tetti i cecchini e i tombini ispezionati uno ad uno. Fin dalla mattina chiuse molte stazioni della metropolitana. Il piano antiterrorismo rimane al suo livello più alto.
Giallo su Hayat, “forse in Siria” – Intanto continua la caccia a Hayat Boumedienne, la 26enne compagna di Ademy Coulibaly, che la polizia ha descritto come “armata e pericolosa”. Secondo le Parisien la compagna di Amedy Coulibaly sarebbe già in Siria. La donna più ricercata di Francia avrebbe preso il 2 gennaio un volo Madrid-Istanbul assieme a un uomo il cui fratello è noto ai servizi francesi. I servizi turchi, dice ancora il quotidiano, riferiscono che la donna ha attraversato il confine fra Turchia e Siria giovedì 8 gennaio: era in possesso di un biglietto di ritorno Istanbul-Madrid per venerdì 9 gennaio, ma la 26enne non ha mai preso quel volo. Tali notizie appaiono in contraddizione con il fatto che la Boumedienne è ricercata dalla polizia francese per la sparatoria di Montrouge giovedì 8 gennaio. Inoltre alcuni testimoni, riportano i media francesi, avrebbero visto la donna giovedì sera mentre scendeva da un taxi a Parigi assieme a Coulibaly.
Assange attacca i servizi d’Oltralpe. Per Julian Assange “il fallimento (dei servizi segreti, ndr) nella strage di Charlie Hebdo è così evidente che bisogna porsi delle domande serie”. Il fondatore di Wikileaks ricorda come gli assalitori fossero dei “ben noti jihadisti” lasciati incontrollati dalla polizia francese, forse perché agivano come “informatori” o forse per “poterli arrestare pochi secondi dopo l’attacco” per ottenere visibilità sui media e maggiori finanziamenti agli apparati di sicurezza. “La tragedia di Parigi – afferma – è un altro esempio di come sia necessaria la sorveglianza mirata e competente e non quella di massa”.
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