Francia, massima allerta per le scuole ebraiche. Manuel Valls: “La caccia continua. I terroristi non hanno agito da soli”
Il giorno dopo la grande manifestazione di Parigi, il governo francese ha ordinato lo schieramento di quasi 5.000 agenti a protezione delle scuole ebraiche. La decisione è stata assunta stamane dopo che si è scoperto che Amedy Coulibaly l’autore del massacro di 4 ebrei nel negozio kosher di Vincennes, puntava a compiere una carneficina in un asilo ebraico. L’uomo, ucciso in un blitz delle teste di cuoio, in un video pubblicato ieri ha sostenuto di essere membro di Isis. Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha spiegato che i 5.000, tra agenti e soldati, proteggeranno le 700 scuole ebraiche in tutto il Paese, non solo a Parigi. Restano nella memoria della Francia i 4 ebrei, tra cui 3 bambini, uccisi a Tolosa proprio davanti una scuola ebraica elementare il 19 marzo 2012, dal 23enne franco-algerino Mohammed Merah.
SI CERCA UN COMPLICE DEI TERRORISTI
«La caccia continua» ha detto il ministro dell’Interno francese, Manuel Valls, parlando degli attentati della settimana scorsa. «Uno dei terroristi – ha spiegato – aveva certamente un complice». Parlando ai microfoni di RMC e a BFM-TV, il primo ministro ha ribadito tutto il suo «orgoglio di essere francese» provato ieri durante la marcia contro il terrore. Ma, ha aggiunto, «bisogna rimanere in guardia, perché sappiamo che le minacce sono sempre presenti». Valls ha detto di voler migliorare il sistema di intercettazioni telefoniche, che deve essere «più efficace». Il piano antiterrorismo Vigipirate resta attivato al suo massimo grado di allerta.
IL PAPA: “FONDAMENTALISMO È RIFIUTO DI DIO”
La «tragica strage avvenuta a Parigi alcuni giorni fa», ha detto il Papa parlando al Corpo diplomatico, nasce da «una cultura che rigetta l’altro, recide i legami più intimi e veri, finendo per sciogliere e disgregare tutta quanta la società e per generare violenza e morte». «Il fondamentalismo religioso, prima ancora di scartare gli esseri umani perpetrando orrendi massacri, rifiuta Dio stesso, relegandolo a un mero pretesto ideologico». Di fronte alla «ingiusta aggressione», che colpisce i cristiani e altri gruppi etnici e religiosi in Siria e Iraq, «occorre una risposta unanime che, nel quadro del diritto internazionale, fermi il dilagare delle violenze, ristabilisca la concordia e risani le profonde ferite che il succedersi dei conflitti ha provocato».
BAN KI-MOON: “COMMOSSO DA PARIGI”
Ieri Parigi è stata invasa da 2 milioni di persone per una grande marcia contro il terrorismo. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon ha elogiato l’evento attraverso un comunicato. Ban ha affermato di essere stato profondamente commosso dalle immagini della marcia e dalle dimostrazioni di solidarietà globale degli ultimi giorni. Il segretario generale dell’Onu «è concentrato fortemente verso l’essenziale lavoro di contrastare l’estremismo, combattere l’antisemitismo e le altre forme di discriminazione e il sostenimento dei diritti alla libertà di parola ed espressione», si legge nel comunicato del segretario generale, in cui vengono richiesti «maggiori sforzi» nella promozione della tolleranza e della comprensione. «Il mondo deve affrontare questa violenza e divisione con metodi che non aggravino i problemi e che assicurino il rispetto dei diritti umani e dei principi di legalità». A rappresentare l’Onu alla marcia di ieri c’era Staffan de Mistura, inviato speciale del segretario generale.
MARINE LE PEN ALL’ATTACCO
Marine Le Pen ancora all’attacco, contro la «classe politica» francese che si è dimostrata «non all’altezza» e che «per anni ha governato aprendo le frontiere e tagliando i mezzi dei servizi di polizia». Intervistata da i-Tele’, la presidente del Front National (Fn), che ieri ha dato vita a una manifestazione alternativa alla marcia di Parigi – nel sud, a Beaucaire – ha sostenuto che «il 63% dei francesi non ha capito perché l’Fn sia stato tenuto da parte». «La libertà d’espressione – ha aggiunto – è incontestabilmente oggi un vero problema in Francia», «la prima decisione che hanno preso è stata quella di non parlare di islamismo…bisogna sradicare il fondamentalismo nel nostro paese, altrimenti produrrà metastasi sul territorio». La Le Pen, che in questi giorni ha rilanciato la sua campagna per un referendum che ripristini la pena di morte, ha detto anche che «non si possono continuare ad avere relazioni privilegiate con il Qatar e l’Arabia Saudita».
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