Sistema Sesto, il principale accusatore di Penati ritratta tutto: “Ho detto quelle cose per uscire di prigione”
Renato Sarno ritratta in aula. Retromarcia dell’architetto 69enne, imputato al tribunale di Monza nel processo per la gestione della società autostrade Milano Serravalle (nato dall’inchiesta sul “sistema Sesto”) sulle dichiarazioni contro l’ex presidente della provincia Filippo Penati (coimputato nello stesso processo), rese durante l’interrogatorio del 4 febbraio 2013. «Avevo capito che, per uscire dal carcere, avrei dovuto dire qualcosa su Penati ai pm – ha riferito martedì davanti ai giudici – ho costruito una versione, aiutato anche dai miei compagni di cella».
Dunque, l’acquisto della società autostradale da parte della Provincia nel 2005, non sarebbe stato «imposto dai vertici del partito», come aveva detto di aver appreso dallo stesso Penati, che nell’occasione «fece il nome di D’Alema». Secondo la Procura, Sarno è stato, in questa vicenda, «collettore di tangenti e uomo di fiducia di Penati», per la gestione della Serravalle. «Non sono uomo vicino alla politica, sostengo i candidati e le idee quando credo che siano valide», ha aggiunto martedì. Due anni fa, il tenore delle dichiarazioni era diverso: «Penati mi aveva imposto il contratto con Franco Maggi (il portavoce di Penati, ndr), a 2 mila euro al mese, rimasi sorpreso dalla brutalità della richiesta». Sarno è anche l’uomo del file Excel che, per l’accusa, cela contributi, false consulenze pagate per avere appalti in Serravalle, e finanziamenti elettorali. «Solo appunti, e previsioni di spesa», la replica.
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