Francoforte, la Bce presenta il piano per spingere la crescita in tutta l’eurozona: “Verranno acquistati 1000 miliardi di titoli governativi”
Occhi puntati sulla riunione del consiglio direttivo della Bce a Francoforte. Oggi è previsto il varo del Quantitative easing, l’acquisto massiccio di titoli di Stato per rilanciare l’Eurozona con uno stimolo monetario senza precedenti. Secondo indiscrezioni la banca centrale dovrebbe lanciare un piano di acquisto di titoli governativi tra i 500 e gli oltre 1.000 miliardi di euro (circa 50 miliardi al mese fino al 2016), mirato a far risalire l’inflazione e spingere la crescita economica in tutta Eurolandia.
I mercati, secondo Deutsche Bank, in qualche modo già scontano un QE nell’ordine dei 750 miliardi di euro. Stando alle ultime indiscrezioni, quella cifra potrebbe essere superata. Si parla di un piano fino a 1.100 miliardi di euro, una cifra senza precedenti che, in proporzione rispetto al Pil, metterebbe lo stimolo di Francoforte sullo stesso piano di quello offerto dalla Federal Reserve o dalla Bank of England.
Matteo Renzi, scrive il Wall Street Journal, si dice intanto in disaccordo con Angela Merkel sugli stimoli all’area euro dopo che la cancelliera nei giorni scorsi ha minimizzato le implicazioni dell’attesa decisione della Bce. «La Germania contro il resto del mondo potrebbe essere un errore», afferma Renzi al Wsj da Davos.
«Il mio sogno è la parità» tra euro e dollaro, aggiunge poi il premier
Il piano della Bce potrebbe infatti avere come effetto anche quello di indebolire ulteriormente l’euro, favorendo così le imprese esportatrici italiane. Nel 2014 l’euro ha perso il 12% circa rispetto al dollaro e attualmente viene scambiato poco sopra quota 1,15 sul biglietto verde. Renzi ieri aveva già affermato che la Bce dovrebbe cogliere l’occasione per varare le tanto attese misure di stimolo, sottolinenado che «è tempo di investire in una diversa idea di Ue».
I gestori intanto prevedono volatilità sui mercati dopo la decisione di Francoforte
Gli operatori, spiegano, si sono già posizionati per l’appuntamento, e dopo una breve fase imprevedibile, i mercati dovrebbero riprendere la tendenza in atto, con spread ancora sui minimi ed euro debole sul dollaro. Così si spiega la discesa del tasso Euribor a un mese sotto zero, con l’indicatore utilizzato spesso per indicizzare i mutui a tasso variabile finito a -0,004% (+0,055% l’Euribor a 3 mesi).
«La Bce non può permettersi di deludere le attese», segnala William de Vries, a capo del reddito fisso di Kempen Capital Management, secondo il quale la decisione della Bce «potrebbe anche essere il punto di partenza di un’ulteriore turbolenza sui mercati». Di probabile volatilità parla anche Allianz Global Investor che conferma «un posizionamento neutrale tra investimenti azionari e obbligazionari» e vede margini di salita per l’azionario Ue, dove però «i dividendi resteranno probabilmente una componente essenziale della performance».
Per il capo economista di Axa, Eric Chaney, la Bce potrebbe annunciare «volumi ancora maggiori» rispetto ai 500-600 miliardi probabili, per «dimostrare la sua determinazione a rispettare il target inflazionistico». Ma una «decisione di far acquistare i titoli dalle banche centrali nazionali anzichè dalla Bce stessa probabilmente sarebbe accolta male dal mercato».
«Ci sono molte attese, molti punti di incertezza che possono portare a un po’ di volatilità», spiega Luca Noto, gestore dell’obbligazionario di Anima sgr. «Siamo positivi sul Btp, abbiamo ridotto un po’ le posizioni prudenzialmente perché ci aspettiamo un po’ di volatilità in più nei prossimi giorni – aggiunge -. Ma la nostra idea è che lo spread continui a scendere».
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