Bergamo, svolta nel caso Yara: anomalie sun Dna trovato sulla vittima
«Tale profilo mitocondriale era certamente attribuibile alla vittima e non al soggetto definito “Ignoto 1”». Il passaggio a pagina 76 della relazione di Carlo Previderè, consulente del pm Letizia Ruggeri sull’omicidio di Yara Gambirasio, per l’avvocato di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, vale un punto a favore. Ma per chi indaga non sposta una virgola dell’inchiesta: il profilo genetico trovato sui leggings e sugli slip di Yara è di Bossetti. «Se ne parlerà nella sede opportuna, quella processuale», è l’unico commento degli inquirenti.
Previderè nella relazione arriva alle stesse conclusioni
Per altro, sono stati proprio lui e la sua collaboratrice a trovare il match Bossetti-Ignoto 1 che ha fatto finire in carcere il carpentiere. Allora come si spiega questa «anomalia», come la definisce lui stesso? È il rompicapo della genetica. Per semplificare. Ogni Dna ha due componenti: quella mitocondriale che indica la linea materna e quella nucleare, formata al 50% dal contributo materno e per l’altro 50% da quello paterno. La prima non è attribuibile a Bossetti, mentre l’altra sì. Previderè formula delle ipotesi. La premessa è che la traccia analizzata dal Ris è mista. Contiene cioè i profili genetici di Yara e di Ignoto 1. Il sangue della vittima e probabilmente il sangue del presunto killer. Ma persone, tessuti, fluidi diversi possono contenere quantità di mitocondri diversi tali da produrre effetti anomali. Per fare un’ipotesi: quello della bambina può aver coperto quello di Ignoto 1. Fatto sta che, per motivi che verranno spiegati a processo, i profili genetici (mitocondriali) di 532 donne sono stati comparati con il profilo genetico (mitocondriale) di Yara e non di Ignoto 1.
Era la caccia alle madri del presunto killer
In quel gruppo c’era anche Ester Arzuffi, sottoposta al test nel 2012, ma non si era arrivati a nessun match. Che cosa è cambiato? Previderè ha analizzato le 200 tracce pilifere trovate su Yara. Un input del consulente della famiglia Gambirasio, il genetista forense Giorgio Portera. Prima verifica: escludere quelli di Yara per capire se ci sono tracce di altre persone. Senza bulbo, morto per l’esposizione alle intemperie, si passa per il mitocondriale perché anche il nucleare è «morto». È così che il consulente si accorge dell’inghippo. Allora, per scrupolo, ripete il confronto dei profili genetici (nucleari) delle 532 donne con il profilo (nucleare) di Ignoto 1. Da qui i due match. Il primo: Ester è la mamma di Ignoto 1. Il secondo: suo figlio Massimo Bossetti è Ignoto 1. «Qui sono stati commessi degli errori — chiosa Salvagni —. Questa che il consulente del pm chiama anomalia va spiegata. Il mitocondriale non è di Bossetti, ma di un altro». E sul fatto che il nucleare non lasci dubbi che Ignoto 1 è il carpentiere, replica: «Spetta alla Procura spiegare. Quanto meno c’è un ragionevole dubbio». Questioni da genetisti. Come Portera: «Sul mitocondriale bisogna capire se è un problema di lettura anomala o di difficoltà analitica. È comunque possibile che un Dna mitocondriale copra un altro. Dipende, tra l’altro, dal numero di mitocondri nelle cellule rispetto al nucleo». Su un passaggio non ha dubbi: «Il nucleare dice che Bossetti è Ignoto 1 e il nucleare è nettamente più informativo del mitocondriale».
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