Quirinale, conclusa la seconda votazione. Il Pd punta ancora tutto su Mattarella al quarto scrutinio. Berlusconi: “Mi sento tradito da Renzi”
E’ in corso la seconda votazione delle Camere unite per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Alle 9.30 è cominciata la chiama dei 1008 grandi elettori. Anche questa mattina l’esito della votazione dovrebbe essere un nulla di fatto. Il quorum resta infatti fissato a 673, due terzi dei componenti l’Assemblea. I partiti maggiori – Pd e Forza Italia in testa, protagonisti ieri di un acceso scontro sul nome proposto da Matteo Renzi, quello del giurista costituzionale Sergio Mattarella – hanno annunciato che anche oggi voteranno scheda bianca.
Ieri sera la prima votazione si è risolta in una fumata nera: le schede bianche, scelte da Pd, Forza Italia e Area popolare (Ncd più Udc), sono state in tutto 538. Il M5s ha puntato su Ferdinando Imposimato, il candidato scelto dalle Quirinarie in Rete, mentre Sel ha sostenuto il candidato di bandiera, Luciana Castellina, per poi convergere domani mattina su Mattarella.
La scelta del premier di candidare l’ex ministro della Difesa ha avuto il risultato di ricompattare il Pd, convincendo anche la minoranza interna. Ma Silvio Berlusconi si è sentito ‘tradito’: “Renzi non ha mantenuto la parola data, ha deciso di andare avanti da solo ponendo un preciso altolà sulle riforme”, ha detto l’ex cavaliere. Mentre l’alleato di governo Angelino Alfano, formalmente allineato alle posizioni di Forza Italia, ha subito avvertito che “la maggioranza non corre rischi”. Berlusconi ha perciò sfidato il presidente del Consiglio: “Voglio vedere se hanno i numeri” per eleggere Mattarella. Ma contando anche i 34 voti in arrivo da Sel, quelli di fuoriusciti Cinque Stelle, Scelta Civica e Per l’Italia, il padre della legge elettorale detta ‘Mattarellum’ potrebbe contare fra 540 e 580 voti e sabato, alla quarta votazione e quorum a 505, si potrebbe avere finalmente il nuovo presidente della Repubblica.
Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, l’indicazione per ora arrivata dal capogruppo di FI, Paolo Romani, ai senatori è quella domani di non votare. Ovvero presentersi in Aula e non rispondere alla chiamata.
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