Quirinale, nel suo discorso Mattarella ricorda Stefano Taché, il bambino rimasto ucciso nell’ attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982″
“Il nostro Paese ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un passaggio del suo discorso di insediamento.
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Stefano Taché è il bambino ebreo di 2 anni che viene ucciso nell’attentato alla Sinagoga Maggiore di Roma il 9 ottobre 1982. Sono le 11,55 del sabato di “Shemini Azeret”, la festa ebraica durante la quale i bambini ricevono una benedizione collettiva dal rabbino. Il commando di terroristi lo sa, sceglie di colpire puntando a compiere una strage di piccoli. Quando la funzione finisce, i fedeli, le famiglie con i piccoli, escono dall’uscita su Via Catalana.
Sul marciapiede opposto c’è un uomo sui 30 anni, mediorientale, pelle scura, capelli ricci. E’ in piedi vicino ad un lampione. Mette la mano in una borsa di pelle marrone scura, tira fuori una bomba ad ananas e la lancia fra gli ebrei romani. L’esplosione avviene davanti all’uscita della Sinagoga ed uccide il piccolo Stefano, ferendo gravemente il fratello Gadi che lotterà per mesi con le ferite subite. Sono 35 i feriti in terra. Fra loro, con il ventre squarciato, c’è Emanuele Pacifici, figlio del rabbino di Genova Riccardo deportato ad Auschwitz. Sopraggiungono almeno altri due terroristi, fanno fuoco con dei mitra e i colpi segnano la parete della Sinagoga. Poi fuggono, grazie ad altri complici.
E’ la prime aggressione armata contro gli ebrei italiani dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ un atto terroristico che resta impunito perché l’unica condanna, da parte del tribunale di Genova, è nei confronti del giordano-palestinese Osama Abdel Al-Zomar, catturato in Grecia il 20 novembre 1982 ma espulso da Atene verso la Libia, dove scompare. L’attentato alla Sinagoga di Roma segue quello di Rue Copernic a Parigi e anticipa la strage alle sinagoga di Istanbul nella stagione di attentati anti-ebraici firmata da gruppi arabo-palestinesi.
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