Governo Tsipras, anche la Germania contro le proposte del premier greco: “Devono continuare a trattare con la Troika”
La decisione della Bce di non accettare più i titoli di stato greci come garanzia di liquidità “non avrà ripercussioni negative” sul settore finanziario del paese che resta “totalmente protetto” grazie ad altri canali di liquidità tuttora disponibili. Così Atene, attraverso il ministero delle Finanze, cerca di tamponare la situazione dopo la doccia gelata arrivata da Mario Draghi nella serata di mercoledì, quando l’Eurotower ha deciso di stringere le condizioni alle quali le banche elleniche possono attingere liquidità dalla Banca centrale.
Una mossa a sorpresa che si fa sentire anche sui mercati e che ha ripercussioni nel giorno dell’incontro tra Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco, e il collega tedesco, Wolfgang Schaeuble. Nel vertice emerge tutta la distanza tra le parti, anche se entrambe parlano di una volontà comune di restare partner. E non manca neppure il richiamo del Fondo monetario internazionale, che annuncia che il programma di sostegno alla Grecia concordato con la Troika andrà avanti per “evitare il contagio”.
Atene tiene la rotta
Dopo l’annuncio della Bce (che per Matteo Renzi ha assunto una decisione “legittima e opportuna”), il premier Alexis Tsipras mostra di non voler fare retromarcia: “Il governo”, si legge nella nota del Tesoro ateniese, “resta deciso nell’obiettivo del suo programma di salvezza nazionale approvato dal voto del popolo greco”. Il suo intento è di “convergere verso una politica europea che metterà definitivamente fine alla crisi dell’economia sociale greca”. Il suo portavoce scandisce: “La Grecia non fa ricatti e non li accetta”. Gli stessi toni ripetuti dal leader alla prima riunione del gruppo parlamentare di Syriza.
“La liquidità e il finanziamento del sistema bancario greco sono assicurati e non c’è alcuna ragione di preoccuparsi”, ha spiegato all’indomani lo stesso portavoce, Gabriel Sakellaridis, citato dalla televisione Mega. Parlando a Les Echos, il capo economista della Bce, Peter Praet, ha sottolineato che Draghi ha applicato “in modo trasparente” le regole della Bce, decidendo di “non accettare più oltre l’11 febbraio titoli del debito pubblico greco come collaterale per i suoi prestiti”. D’altra parte, per l’economista “le condizioni di accesso alla liquidità della Bce sono chiare – spiega – Se queste condizioni non vengono più rispettate la Bce deve trarne le conseguenze”. Il messaggio politico è che – con le premesse gettate da Tsipras – ad ora non si possono considerare rispettate le condizioni.
La decisione della Bce, interpreta invece il comunicato del Ministero delle Finanze, “mette sotto pressione l’Eurogruppo per concludere in tempi breve un accordo tra la grecia e i suoi partner, che sia positivo per entrambi”, sul debito greco e riforme. La stessa linea già tenuta da Yanis Varoufakis, che ieri aveva incontrato proprio il governatore Mario Draghi. Secondo Sakellaridis, è “uno strumento di pressione politica in un momento in cui ci sono consultazioni a tutti i livelli. E’ necessario che ci sia una volontà di discutere, di trovare un terreno comune per concludere nuovi accordi” tra la Grecia e i partner. La Grecia, ha ripetuto il portavoce del governo, vuole “un accordo transitorio”.
L’incontro con Schaeuble
Ma per Atene un’altra chiusura è arrivata dalla Germania. Varoufakis nel suo tour per l’Europa è arrivato finalmente a casa del falco per eccellenza, il collega tedesco Wolfgang Schaeuble, alfiere del rigore. L’esito dell’incontro, aldilà dei sorrisi e delle dichiarazioni di circostanza, ha confermato la distanza abissale tra le parti. Il titolare delle Finanze tedesco ha infatti definito l’incontro lungo e intenso, anche se “non c’è accordo su tutto” tra le due parti, “ma un impegno comune”. D’altra parte, Varoufakis riconosce che una “soluzione non è stata trovata”, ma c’è la volontà di “restare partner” e chiede poi “probabilmente la più preziosa delle materie prime” all’Europa, “il tempo” per portare avanti le riforme e uscire dalla crisi.
La realtà invece è riassunta nelle battute conclusive della conferenza stampa congiunta: “Siamo d’accordo sul fatto che non siamo d’accordo”, ha detto Schaeuble. E Varoufakis ha aggiunto: “Forse non siamo d’accordo neanche su quello”.
Varoufakis e il rischio nazismo – Del resto, Schaeuble è stato chiaro: “Atene deve continuare a lavorare e trattare con Ue, Bce e Fmi” e non rompere con quella Troika che Tsipras non vole neanche più sentir nominare. Schaeuble aggiunge poi che “alcune misure annunciate da Tsipras vanno dalla parte sbagliata”. Atene invece spera in un “prestito ponte” che traghetti Atene tra la fine del mese (quando scade il vecchio programma con la Troika) e maggio, quando dovrà essere in vigore un nuovo piano. Ma il discorso dell’ex blogger ed economista richiamato dall’università del Texas per partecipare alla sfida di Tsipras tocca toni drammatici quando invita la Germania a valutare i rischi che può correre la Grecia “in bilico”: “Quando stasera tornerò nel mio Paese – dice Yanis Varoufakis guardando Schaeuble – , troverò un parlamento in cui il terzo partito non è un partito neonazista, ma nazista”. Per questo sollecita la comprensione dei tedeschi, facendo un paragone fra la Grecia depressa di oggi e la Germania degli anni Trenta. “Nessuno può capire meglio della Germania”, aggiunge, le conseguenze cui può andare incontro “un paese depresso, in una crisi deflazionistica” e da cui si pretende sempre di più. “Abbiamo bisogno che la Germania sia dalla nostra parte”, conclude.
Il ruolo del Fmi
Nella partita entra anche il Fondo monetario, parte della Troika con Bce e Ue e creditore di Atene, secondo il quale “il programma per la Grecia è fatto per aiutare il governo greco e il popolo greco e dunque andrà avanti per evitare ogni pericolo di contagio. “Continuare su questa strada porterà benefici alla Grecia e al resto d’Europa”. Il direttore della comunicazione, Gerry Rice, afferma che il Fondo è “pronto a discutere le idee, le proposte e la direzione delle politiche del nuovo governo”. L’accordo quadro sulla sostenibilità del debito greco “resta in piedi” e finora “non c’è stata alcuna discussione con le autorità su possibili cambiamenti”, ha aggiunto Rice, interpellato sulla possibilità di una ristrutturazione del debito di Atene.
Il dossier Grecia sarà al centro dell’Eurogruppo della prossima settimana a Bruxelles, giusto alla vigilia del Consiglio Ue del 12 febbraio. Verso Tsipras, intanto, avanza il corteggiamento della Russia: il presidente Vladimir Putin, ha invitato il premier Tsipras a Mosca, dopo una conversazione telefonica.
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