Debito della Grecia, Tsipras tira dritto: “Vogliamo pagare, ma trattando con l’Ue non con la Troika”. E alla Merkel: “Dovete pagare i danni del nazismo”
Alexis Tsipras, il neo primo ministro greco, non intende cambiare rotta nel rapporto con l’Europa: “Mi impegno a rispettare in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni”, chiarisce fin dall’inizio del suo atteso discorso programmatico al Parlamento di Atene, dove martedì incasserà la fiducia. Parole che tutte le diplomazie del Vecchio continente ascoltano con grande attenzione, perché rappresentano la linea che la Grecia terrà nei prossimi appuntamenti internazionali, a cominciare dall’Eurogruppo decisivo del’11 febbraio nel quale si cercherà una soluzione comune sulla situazione greca. Anche il G20 di Istanbul di inizio settimana sarà senz’altro un luogo per affrontare la questione ateniese. “La prima priorità di questo governo è affrontare le grandi ferite del piano di salvataggio, affrontare la crisi umanitaria come avevamo promesso di fare prima delle elezioni”, spiega un arrembante premier al Parlamento, denunciando la “terra bruciata” lasciata dalla Troika e dal suo predecessore, Samaras.
La linea di Tsipras
Rispettare il programma elettorale di Syriza significa rifiutare gli accordi sottoscritti con la Troika di ispettori Ue, Bce e Fmi, che hanno portato tagli lacrime e sangue in cambio di finanziamenti internazionali. La linea del partito radicale è dunque rompere ogni trattativa con i funzionari internazionali, che d’altra parte non sono riconosciuti come interlocutori legittimi, per tracciare nuovi accordi direttamente con i partener europei. Anzi, Tsipras ha annunciato una Commissione d’inchiesta sul memorandum, “non per fare rivendicazioni sul documento ma per far prevalere la giustizia”. La prima promessa che Tsipras intende mantenere è quella di riaprire la tv pubblica greca, ‘Ert’, la Rai ellenica, che venne chiusa perchè secondo i precedenti governi, si scoprì essere un pozzo senza fondi di sprechi.
“La strada per la ricostruzione della nostra patria sarà lunga ma renderemo il nostro sogno realtà”, ha detto ancora Tsipras ai parlamentari, spiegando che il vecchio ‘bailout’, il piano di salvataggio, è fallito e che il debito ha superato il 180% del Pil. Il leader ha ricordato che il mandato elettorale chiaro è “fermare l’austerity e cambiare la rotta politica”. Ha ribadito quindi la richiesta di un “prestito ponte” per arrivare all’estate senza estendere l’attuale programma di finanziamento, in scadenza a fine mese, per trovare nel frattempo un nuovo accordo complessivo evitando il default. “Nonostante le difficoltà, è possibile”. E ancora: “La Grecia vuole pagare il suo debito, ma vuole raggiungere un’intesa comune con i partner per l’interesse di tutti: il problema del debito greco non è economico ma politico”.
Il programma di Tsipras prevede l’assunzione dei dipendenti pubblici “licenziati illegalmente” e anceh alcune misure di taglio, dall’aereo governativo alle auto a disposizioni dei ministri. Il suo ufficio vedrà la decurtazione della metà del personale e della sicurezza di un terzo. Ancora, “gradualmente porteremo a 751 euro nel 2016 il salario minimo”, mentre si confermano le misure sull’elettricità e il cibo gratis per i poveri.
Il leader di Syiriza non ha mancato di attaccare la Germania, lanciando una vera e propria bordata a Berlino dopo il negativo confronto tra il suo ministro delle Finanze, Varoufakis, e l’omologo tedesco Schaeuble. Al Parlamento ha rispolverato le “riparazioni di guerra della Germania”, che, ha detto, “è un obbligo storico chiedere”. Il riferimento è al 50% debito che venne abbonato nel 1953 alla Germania Federale per i danni dovuti dalla Germania Nazista (e solo in parte ancor quelli del trattato di Versailles della I guerra mondiale) da tutti i Paesi, inclusa la Grecia. La Grecia ha “un obbligo morale davanti al nostro popolo, alla storia, a tutti gli europei che hanno combattuto e dato la loro vita contro il Nazismo. Il nostro obbligo storico è reclamare il prestito (che il Terzo Reich obbligò l’allora Banca centrale ellenica a versare, ndr) e le riparazioni per l’occupazione” tedesca durata 4 anni.
Secondo le ultime ricostruzioni, sul tavolo europeo dovrebbe arrivare una richiesta di una “moratoria” di tre-quattro mesi durante la quale il governo ellenico non introdurrà nessuna delle misure incluse nel suo programma contrarie al memorandum firmato con la Troika (come la riassunzione di dipendenti pubblici licenziati e l’assistenza sanitaria gratuita a tutti) mentre i creditori si asterranno dal mandare in default al paese, garantendogli invece la possibilità di accedere ai finanziamenti necessari per tenere in piedi la macchina dello stato fino a maggio. A quel punto l’esecutivo del Partenone si impegna a presentare un nuovo contratto con l’Europa che terrà il bilancio in equilibrio e garantirà la sostenibilità del suo debito attraverso una sua rimodulazione.
Botta e risposta Padoan-Varoufakis
Le attese dichiarazioni arrivano in un giorno ad alta tensione anche tra Roma e Atene, con una scaramuccia tra ministri dell’Economia che – in stile “crisi economica 2.0″ – è corsa su Twitter. Ed è dal social network che il titolare del Tesoro tricolore, Pier Carlo Padoan, ha risposto piccato al collega greco Yanis Varoufakis. Quest’ultimo, reduce da un tour europeo nel quale ha cercato di presentare le richieste di Atene per superare la Troika e incassare il sostegno che alla fine dei conti si è rivelato piuttosto freddo, ha rilasciato frasi pesanti sull’Italia.
Dopo la visita di martedì scorso, ha riferito a Presadiretta, che metterà in onda la sua intervista, questo retroscena: “Funzionari italiani mi hanno detto che non possono dire la verità. Anche l’Italia è a rischio bancarotta ma teme ritorsioni da parte della Germania”. Varoufakis, parlando di “solidarietà” di Roma con Atene, si è chiesto: “A chi toccherà dopo di noi? Che succederà quando l’Italia scoprirà che è impossibile restare all’interno dell’austerity?”, e ha anche definito il debito italiano “insostenibile”.
La replica di Padoan è arrivata in un cinguettio piuttosto risentito
Al quale ha aggiunto: “Servono soluzioni europee che richiedono fiducia condivisa. A questo lavora il governo italiano”.
Di nuovo Varoufakis, secondo l’anticipazione dell’intervista, ha detto: “L’intera Europa è coperta da una nube di paura. Stiamo correndo il rischio di diventare peggio dell’Unione sovietica. Noi greci non abbiamo il monopolio della verità, ma quello che possiamo fare, per l’Europa e per l’Italia in particolare, è aprire un piccolo varco verso la verità. Così potremo abbandonare il buio dell’austerità ed entrare nella luce di una discussione europea sobria e razionale”. Tornando a chiedere un “New Deal per l’Europa”, il neo ministro ateniese ha chiosato: “Presto o tardi la cancelliera Merkel dovrà spiegarci perché non approva le nostre proposte”.
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