Bruxelles, Tsipras chiede la rinegoziazione del debito, la Merkel di far rispettare la Troika. La Francia prova a fare da mediatore
Dopo il nulla di fatto nell’incontro della scorsa settimana, alla riunione odierna dell’Eurogruppo sulla Grecia tutti gli osservatori hanno aggiunto la qualifica di ‘decisivo’. Ma quando si parla di trattative in seno all’Unione europea è bene considerare che i tempi si potrebbero sempre dilatare ed è così che anche il summit odierno potrebbe finire per decretare un rinvio al ‘terzo tempo’.
Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, si è detto “scettico” sulla possibilità che l’Eurogruppo di oggi si concluda con un accordo sulla rinegoziazione del debito della Grecia. “Da quanto ho sentito delle discussioni tecniche del fine settimana, sono molto scettico ma ci verrà fornito un rapporto oggi e vedremo”, ha affermato Schaeuble in un’intervista radiofonica, aggiungendo di non volere l’uscita della Grecia dall’euro, sebbene Atene debba rispettare “i requisiti minimi. Mi spiace, ma questo esecutivo è irresponsabile”.
Un tentativo di mediazione arriva dalla Francia: per il ministro delle Finanze, Michel Sapin, se da una parte la Germania ha ragione a pretendere dalla Grecia il rispetto delle regole, dall’altra occorre trovare un compromesso sul debito di Atene che tenga conto del responso degli elettori ellenici. “I tedeschi hanno ragione da un certo punto di vista”, ha spiegato Sapin a France 2, “la Grecia, non il governo odierno ma il paese, ha firmato una serie di accordi e devono rispettarli indipendentemente dal cambio di governo”. “I greci dicono però – e hanno ragione e li sostengo – che hanno appena cambiato governo e che quindi non faranno tutto come prima”, ha aggiunto il ministro transalpino, “quel che dobbiamo fare è trovare una maniera di funzionare insieme”.
Sul piatto del vertice di Bruxelles, ci sono le richieste del premier ellenico, Alexis Tsipras, di avere più tempo (“e non soldi”) per arrivare a un nuovo accordo con i partner europei, per pensionare definitivamente il memorandum sottoscritto dal precedente governo Samaras con la Troika. Ma Schaeuble è notoriamente contrario a questo: per lui l’unica via percorribile è rinnovare quel contratto ed estenderlo, magari ammorbidendolo, ma restando nella cornice tracciata dagli ispettori di Ue, Bce e Fmi. I nodi da sciogliere restano importanti: come si legge nella ricostruzione su Repubblica, per Atene si tratta di rivedere le riforme del mercato del lavoro (Syriza vuole tornare ai contratti collettivi), stoppare il piano imposto di privatizzazioni e alleggerire le correzioni ai conti pubblici (per esempio abbassando il surplus di bilancio previsto per il 2016 dal 4,5 all’1% del Pil).
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