Scontri in Libia, la Francia chiede subito una riunione all’Onu. Le forze libiche: “La vendetta per il sangue egiziano è un diritto assoluto”
Aerei dell’esercito egiziano hanno colpito obiettivi dell’Is in Libia in risposta all’uccisione dei 21 copti e sono tornati indenni alle loro basi. Lo riferisce la radio egiziana citando un comunicato dell’esercito. Anche i caccia dell’aviazione militare libica, fedele al generale Khalifa Haftar che si è detto pronto a collaborare con l’Egitto, hanno partecipato ai raid aerei compiuti all’alba dall’aviazione egiziana contro le postazioni dello Stato islamico in Libia. Lo riferisce l’emittente televisiva al Arabiya, citando un funzionario libico della difesa: “Egitto e Libia stanno combattendo una guerra”, ha detto il funzionario. Gli attacchi aerei hanno colpito le basi del gruppo jihadista a Derna. Secondo il comandante dell’Aviazione libica, Saqer al-Joroushi, sarebbero stati “40-50″ i terroristi dell’Is uccisi finora nei raid su Derna.
Il presidente francese, François Hollande, è concorde con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, sul fatto che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu dovrebbe riunirsi con urgenza sulla situazione in Libia e adottare nuove misure, come si legge in una nota dell’Eliseo.
Dal Cairo non si cita alcuna collaborazione delle forze regolari libiche: “Confermiamo che la vendetta per il sangue degli egiziani” è “un diritto assoluto e sarà applicato”, afferma il comunicato delle forze armate egiziane che annuncia i raid aerei compiuti all’alba in Libia. I raid sono stati portati in base “al diritto dell’Egitto di difendere la propria sicurezza e stabilità e per vendetta e risposta agli atti criminali di elementi e formazioni terroriste all’interno e all’esterno del paese”, si afferma nel comunicato.
Vittime civili nei bombardamenti
I raid aerei egiziani hanno colpito accampamenti dell’Is a Bengasi e Sirte. Secondo una fonte della sicurezza della città di Bengasi sotto i bombardamenti sono morti almeno cinque civili. Tre delle vittime sarebbero bambini e due donne, tutte abitanti della città di Derna, situata a 1.300 chilometri a est di Tripoli. La tv satellitare al Jazeera parla invece di almeno di sette morti e 17 feriti a Derna.
Milizie Tripoli contro raid egiziani. Intanto Fajr Libya, la coalizione di milizie filo-islamiche al potere a Tripoli, ha lanciato un appello a manifestare contro “i raid compiuti stamattina dal terrorista Abdel Fattah al Sisi e la sua aviazione” sulla Libia.
Le posizioni del mondo politico italiano. Nelle stesse ore dei raid, i 42 italiani partiti ieri dalla Libia sono rientrati in Italia, sbarcando nel porto di Augusta. E mentre ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha invocato l’aiuto dell’Onu per affrontare la questione libica, oggi le posizioni della politica italiana sono divise. Da un lato, il leader della Lega Matteo Salvini invita alla cautela: “Questo Governo dà i numeri – ha detto l’eurodeputato del Carroccio a Radio Padania- sento che parlano di soldati e guerra con facilità, ma è già stata fatta una cazzata nel 2011 con Gheddafi, lo ha ammesso anche Prodi, non ripetiamola. Prima di qualsiasi intervento bisogna capire che cosa fare, trovando accordi sul territorio e fermare gli sbarchi”. Dall’altro il Pd, pe bocca dell’europarlamentare Simona Bonafè, è su posizioni più interventiste: E’ ora di aprire gli occhi. In Libia non può esserci un’operazione di peace-keeping. Semplicemente perché la peace, la pace, da mantenere non c’è. Sono sulla stessa linea dei ministri Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti. Si deve intervenire, sempre con la copertura Onu, ma con la forza”.
Il Papa: “Copti uccisi solo perché cristiani”. Sull’uccisione dei 21 egiziani copti per mano dell’Is è intervenuto anche Papa Francesco: “Sono stati assassinati per il solo fatto di essere cristiani”. E ha aggiunto: “il sangue dei nostri fratelli cristiani è testimonianza di fede”, e “se cattolico, ortodosso, copto, luterano non interessa” ai persecutori, che guardano solo al fatto che “sono cristiani” perchè “il sangue è lo stesso, sangue nel nome di Cristo”.
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