Situazione Greca, oggi l’Eurogruppo valuterà le proposte del ministro Varoufakis. Si ammorbidiscono le posizioni di Germania, Olanda e Finlandia
C’è speranza per un accordo sulla Grecia. Nonostante l’Euro working group della scorsa notte si sia chiuso senza un accordo, l’Eurogruppo di oggi dovrebbe sancire l’estensione di sei mesi del piano di supporto finanziario di Atene. Il condizionale resta però d’obbligo. La proposta del ministro ellenico Yanis Varoufakis sarà passata al vaglio dei ministri finanziari dell’eurozona, che dovranno trovare una quadratura del cerchio, non senza difficoltà. Le distanze sono minime, seppur significative. E le trattative vanno avanti con una certezza: se non arrivasse un segnale positivo la prima a risentirne sarebbe la credibilità dell’area euro. «Siamo d’accordo sull’80%, ma manca ancora un 20%, che sarà discusso oggi».
Così, un funzionario del governo ellenico ha spiegato a Reuters lo stato delle negoziazioni intorno all’estensione del programma di sostegno al Paese. Da fare, tuttavia, c’è ancora molto. In primis, perché la proposta di Varoufakis prevede una nuova erogazione finanziaria per soddisfare le esigenze di finanziamento del Paese, ma senza il mantenimento degli impegni assunti nel 2012, quando fu sottoscritto l’attuale programma. Una richiesta che è mal digerita dal ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble, che ieri ha ricordato alle autorità elleniche che la conditio sine qua non per un accordo sul debito pubblico è il completamento del piano in corso. «Non è vero che Schäuble non vuole una soluzione per la Grecia», ha detto oggi il suo portavoce, proprio mentre quello del governo, Steffen Seibert, ricordava che «la proposta di Varoufakis è una buona base per ulteriori negoziazioni».
Per ora, le posizioni più dure, quelle di Germania, Olanda e Finlandia, si son ammorbidite
Il lavoro dell’Euro working group, il gruppo di lavoro preparatorio per l’Eurogruppo, è stato serrato, ma è servito a limare parte delle critiche. Come spiega un alto funzionario della Commissione europea «il clima è di parziale fiducia, almeno rispetto all’ultimo vertice di lunedì scorso». A questo proposito, è servita la telefonata del cancelliere tedesco Angela Merkel al primo ministro greco Alexis Tsipras, considerata da quest’ultimo «costruttiva». A tal punto che il titolare del Tesoro finlandese, Antti Rinne, ha oggi detto che «c’è una scintilla di speranza dopo l’ultima notte». E dire che il documento portato dalla Germania al vertice della scorsa nottata non era delicato, in quanto raccomandava la non estensione del piano di ricapitalizzazione delle banche elleniche, del valore di 10,9 miliardi di euro, dato che queste avevano passato gli stress test della Banca centrale europea (Bce). Nonostante ciò, il piano su cui si muove l’Eurogruppo è molto inclinato.
Come da prassi è Jeroen Dijsselbloem, presidente del consesso dei ministri finanziari dell’area euro, a presentare la bozza di documento su cui lavoreranno tutti. E come successo lunedì scorso, quando la bozza della Commissione Ue, gradita a Varoufakis, fu ritirata all’ultimo, potrebbe esserci una sorpresa. Il punto focale era e rimane il completamento del precedente programma. «La Grecia, se vuole un accordo, deve venirci incontro e mantenere gli impegni presi nel 2012. Tutti vogliamo un epilogo positivo», spiega il funzionario europeo. Traduzione: Atene accetta di concludere il piano attuale e Bruxelles accetta di sostenere il Paese con un prestito-ponte di sei mesi, per poi negoziare un nuovo programma. Una posizione condivisa anche dal primo ministro portoghese Pedro Passos Coelho, il quale ha ammonito il governo di Tsipras: «È inaccettabile che la Grecia non si assuma le proprie responsabilità in cambio del sostegno economico». Sul fronte finanziario, di contro, preoccupa l’andamento dei depositi bancari in Grecia. Fonti della banca centrale greca hanno reso noto oggi che negli ultimi due giorni è stato ritirato dai conti correnti circa un miliardo di euro, come riportato anche da Reuters.
Un trend in aumento rispetto ai recenti sviluppi
Da fine ottobre al 25 gennaio scorso, data del voto greco, sono si sono infatti volatilizzati circa 20 miliardi di euro, secondo le stime di J.P. Morgan. A inizio novembre, infatti, i depositi nelle banche elleniche erano pari a 178,446 miliardi di euro, secondo i dati della banca centrale del Paese. Solo nelle prime tre settimane di gennaio sono stati ritirati 11 miliardi di euro, ma la velocità del trend è in aumento. A gettare un’ombra negativa su questo fatto ci ha pensato stamane Paul Donovan, capo economista di UBS, che nella sua nota mattutina ha evidenziato che «se i depositanti iniziano a ritirare il denaro dai propri conti, l’integrità dell’euro è a repentaglio».
Social