Primarie Pd, scatta l’allarme rosso in Campania, inviati ‘osservatori speciali’ da Roma
Scatta l’allarme rosso e sbarcano in Campania gli osservatori del Pd nazionale. Arrivano da Roma, scelta obbligata, per controllare le primarie accendendo i riflettori nazionali. Arrivano per vigilare durante l’intera giornata di domani segnalando in tempo reale ogni irregolarità. Osservatori esterni alla Campania, 007 del Pd con licenza di usare i cartellini gialli e rossi. Era previsto ma dopo defezioni, fughe e denunce degli ultimi giorni l’asticella della sicurezza è stata ulteriormente alzata.
Le primarie, trasformate in un duello tra Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, preoccupano Renzi più di quanto non abbiano dichiarato nei giorni scorsi diversi esponenti nazionali. Per ultimo il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini. “È importante mantenere la massima attenzione affinché sia garantito il libero diritto di voto a ciascuno per la migliore rappresentazione democratica” è l’incipit della lettera che Guerini e il segretario regionale Assunta Tartaglione hanno inviato ai presidenti dei circoli Pd della Campania.
Osservatori e riflettori accesi sui seicento seggi. Perché proprio le defezioni, le fughe e le denunce di infiltrazioni massicce del voto della destra hanno riaperto il fronte delle primarie ad alto rischio di domani. Primarie in cui non sono in gioco solo De Luca e Cozzolino, con il terzo incomodo del deputato socialista Marco Di Lello, perché alle loro spalle si annidano i capicorrente. Gli stessi che in cinque mesi non sono stati in grado di trovare una seria intesa su un nome unitario perché in realtà, nelle riunioni dei veleni, hanno litigato fino a notte fonda a Roma e a Napoli su assessorati, presidenze, poltrone e poltroncine.
Cinque mesi spesi per dilaniarsi attorno a quattro assessorati mentre De Luca e Cozzolino macinavano chilometri dal Matese al Cilento abbozzando anche qualche linea di programma. Cinque mesi di rissa tra i capicorrente del Pd campano per accaparrarsi quattro assessorati: trasporti, sanità, lavoro, fondi europei. Questa la lotta di potere che ha spinto il magistrato Raffaele Cantone, presidente nazionale dell’Anticorruzione, a dire chiaramente dalla scorsa esatte e fino a pochi giorni fa che per lui sarebbe stato “poco serio” accettare l’invito a rappresentare unitariamente il Pd. Questo il motivo che ha impedito al presidente del Cnr Luigi Nicolais, che invece la disponibilità a candidarsi l’aveva data, a mettere assieme le varie anime del Partito democratico. E questa è la ragione che ha convinto l’ex deputato di Sel Gennaro Migliore, che la disponibilità l’aveva data sia per una candidatura unitaria sia per le primarie, a farsi da parte a poche ore dal voto rinviando i sogni ad altra data.
Ed è su questa partita, trasporti, sanità, lavoro e fondi europei, che i capicorrente del Pd campano, convinti di avere già vinto le elezioni di maggio, si sono sbranati. L’area guidata dal potente consigliere regionale Mario Casillo, ad esempio, ha posto a tutti l’opzione per l’assessorato ai trasporti. Vincenzo De Luca sembra disposto a garantirla in caso di vittoria, mentre Andrea Cozzolino no. Questa la ragione per cui Casillo in realtà non ha abbandonato De Luca dopo il rinvio a giudizio per abuso di ufficio e la decadenza da sindaco per incompatibilità. E poi la sanità, su cui ha invece messo gli occhi da tempo il capogruppo regionale Lello Topo.
L’ex sindaco di Villaricca, anche lui renziano di matrice popolare come Casillo, è stato accusato di essere troppo morbido nei confronti del presidente di centrodestra Stefano Caldoro. In realtà Topo ha sempre lavorato con la prospettiva di arrivare a un assessorato. Piuttosto che dilaniarsi in una lunga ed estenuante battaglia contro Caldoro, ha lavorato per se stesso costruendo una propria corrente per poter sedere in prima persona al tavolo delle trattative. Più defilata, invece, l’area dem di Dario Franceschini coordinata in Campania da Teresa Armato. A settembre ha cercato la candidatura unitaria, poi ha puntato su De Luca prendendo infine le distanze dopo la condanna in primo grado dell’exsindaco per abuso di ufficio. Con le dimissioni dell’eurodeputato Massimo Paolucci dal Pd finisce in panchina l’area riformista del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, prontissima però a rientrare in campo se vincerà Cozzolino.
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