Roma, CasaPound scende in piazza con Matteo Salvini per l’uscita dall’euro e lo stop all’immigrazione. Si temono scontri con gli antirazzisti
Nelle ultime settimane la loro agenda è stata fitta. Hanno ricordato il futurismo con una serie di iniziative sul territorio nazionale. Hanno organizzato convegni per dire che la “verità non può essere infoibata”. Mentre distribuivano il loro calendario fatto di simboli dalle radici storiche approssimative hanno diffuso il loro programma per la “riconquista nazionale”. Usato le dieci associazioni che ne costituiscono la galassia per mobilitare quante più persone possibili. Tutto per Matteo Salvini e la sua Lega Nord. CasaPound scende in piazza con il segretario del Carroccio. E a piazza del Popolo andrà in scena un sodalizio inedito: quello tra i pretoriani del nazionalismo e gli ex alfieri del federalismo.
Un “fronte politico di opposizione” unito da tre proposte definite “imprescindibili”: l’uscita dall’euro, lo stop all’immigrazione e la rivendicazione sintetizzata nel “Prima gli italiani”. E saldato da un avversario comune: il “buffonesco e criminale governo di Matteo Renzi”. L’obiettivo è quello di dar vita a “una opposizione politica chiara, netta, senza compromessi centristi”. Opposizione che avrà i suoi simboli nelle gigantografie che in piazza del Popolo raffigureranno i due marò italiani “prigionieri in India: per ricordare a tutti una vicenda ignobile che grida vendetta”.
Ma quali sono gli umori tra i simpatizzanti del movimento politico che oramai da oltre dieci anni incarna in Italia l’estrema destra? Le aspettative per la riuscita della giornata sono tante. E non è difficile da comprendere: saldare un’alleanza con la Lega targata Salvini sancirebbe per CasaPound l’ingresso ufficiale all’interno dello spazio politico. Una sorta di sdoganamento che consentirebbe al movimento – il cui risultato alle ultime elezioni politiche è stato di poco superiore allo 0,1% – di proporsi come soggetto in grado di partecipare e influire sui futuri equilibri del centrodestra. Anche e soprattutto in virtù del forte radicamento sui territori e della capacità di mobilitazione che hanno dimostrato nel corso degli anni.
E se la prospettiva di una sempre maggior “istituzionalizzazione” del movimento sembra essere largamente condivisa, è proprio il metodo scelto a finire al centro di numerose critiche interne. Si va dal semplice “mischiarsi con la Lega non è il massimo” fino a ragionamenti più articolati in cui senza mezzi termini si afferma che “mischiare CasaPound con un simile individuo solo per cavalcarne la temporanea popolarità è un gesto vergognoso”. Ancora: “Pensavo che il nostro motto fosse ‘noi siamo quello che facciamo’. Ecco: non mischiamoci con il leghisti”.
A destare preoccupazione tra le forze dell’ordine sono gli incontri ad alto grado di tensione che i militanti di CasaPound potrebbero avere con chi partecipa alla contemporanea manifestazione che per domani è stata indetta da numerose associazioni e comitati di sinistra. E se sulla pagina Facebook dell’associazione di destra non mancano inviti a “non cedere alle provocazioni” non mancano neanche messaggi che vanno bel al di là della normale dialettica politica. “Fate fuori le zecche comuniste se si infiltrano”, “come desidererei uno scontro con le zecche”, “è da tempo che non mi rompono la testa e io non la rompo a loro”. E non mancano vette di becera omofobia: “Non dimentichiamo di difendere la Famiglia Naturale dalle follie: non lasciamo il futuro nelle mani dei Luxuri, dei Vendoli e delle Scalfarotte”.
E alla manifestazione CasaPound fornirà soprattutto un supporto organizzativo in quelle ragioni in cui, per genetica politica, la Lega non è ancora radicata. Dal sud, infatti, sono numerosi i pullman organizzati dall’associazione che ha la sua sede centrale a Roma. E proprio l’edificio nel rione Esquilino sarà uno dei luoghi da tenere d’occhio. Il corteo che manifesta contro Salvini parte da piazza Vittorio, a poche centinaia di metri di distanza.
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