Kiev, Renzi incontra il premier Poroshenko: “Tutti vogliamo il rispetto dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina”
Il premier Matteo Renzi è arrivato a Kiev per incontrare il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko. Al centro del colloquio gli accordi di Minsk per rendere duratura la tregua dopo il conflitto con i separatisti filorussi nell’est del Paese. Dopo Kiev Renzi volerà nel pomeriggio a Mosca dove domani incontrerà il presidente russo Vladimir Putin e deporrà dei fiori nel luogo in cui è stato ucciso l’oppositore Boris Nemtsov. “Tutti vogliamo il rispetto dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina. Siamo totalmente impegnati e interessati a che torni la pace in questo pezzo straordinario della nostra Europa” ha detto Renzi appena finito l’incontro, “Laddove non c’è pace in Europa la minaccia non è solo per i popoli collegati ma è per tutti. Se non c’è pace in Europa il contagio non fatica ad allargarsi”.
“Mi ha fatto piacere sentire che l’Unione europea è unita sull’integrità dell’Ucraina. Più volte abbiamo verificato la ferma posizione italiana. Vorrei ringraziare il premier Renzi per il sostegno molto fermo e forte”, ha aggiunto Poroshenko. “Servono misure urgenti per fermare l’aggressione contro l’Ucraina, bisogna adempiere in modo assoluto gli accordi di Minsk. E’ necessario un cessate il fuoco costante e rigoroso prevedendo un accesso completo del monitoraggio della missione Osce”, ha aggiunto. “Siamo d’accordo sulla missione della Osce, speriamo che questo processo possa iniziare quanto prima. Se l’aggressione contro l’Ucraina non si ferma le sanzioni devono essere allargate”, ha concluso il presidente ucraino ringraziando tra l’altro l’Italia per le “diverse migliaia di centinaia di euro” di aiuti umanitari donati da Roma attraverso la Croce rossa.
Ucraina, Renzi: “Le vittime della guerra meritano ogni sforzo per una pace duratura”
Il compito dell’Italia per una pace duratura è stato Renzi ad indicarlo
“Monitorare il cessate il fuoco, controllare i confini e le frontiere. Nella missione Osce l’Italia è il secondo gruppo per nazionalità, tra gli uomini e donne chiamati a monitorare. E’ un compito decisivo per la pace”, ha assicurato il premier. L’importante ha detto, è “procedere il più velocemente possibile verso una pace stabile”: “Faremo ogni sforzo perché gli accordi di Minsk possano trovare piena efficacia e implementazione”.
Gli accordi di Minsk
Il premier ha sottolineato “la gravità del momento che sta vivendo l’Ucraina. E insieme all’Ucraina sta vivendo l’Europa”. “Non bisogna sottovalutare i rischi, le difficoltà, i pericoli. I combattenti morti meritano tutti gli sforzi per procedere nella direzione di una pace duratura e stabile. Trovo importante il colloquio con Poroshenko. Questa visita testimonia la solidità del rapporto tra Italia e Ucraina e lo sforzo che tutti noi stiamo facendo perché gli accordi di Minsk possano trovare piena efficacia”, ha detto il premier. “Voglio ringraziare Hollande e Merkel per la tenacia che hanno messo per raggiungere il risultato degli accordi”, ha concluso.
La crisi economica
“L’Ucraina è un paese ricco che deve tornare a crescere, e faremo di tutto con le aziende e le banche italiane, forti in questa terra, per dare il maggiore approto possibile” in termini di “tecnologia ed expertise” e anche partecipando alle privatizzazioni annunciate dal presidente Petro Poroshenko. Il presidente del Consiglio ha rivelato di averne “parlato ieri in videoconferenza con Obama, Merkel, Hollande, Cameron e Tusk, sottolineando tutta la straordinaria rilevanza che ha nel dossier europeo la situazione economica” ucraina. “Il Paese ha la necessità che l’Europa e tutti i partner diano attenzione alla situazione economica. Per questo abbiamo sottolineato l’importanza delle relazioni bilaterali, con le aziende italiane pronte a fornire tecnologia ed expertise”. Al tempo stesso “è fondamentale che nel quadro dell’accordo di cooperazione i lavori dei rispettivi parlamenti vadano avanti”. Renzi ha assicurato “tutti gli sforzi del nostro popolo al fianco della leadership saggia di Petro, convinti che farà le riforme istituzionali ed economiche di cui c’è bisogno: le aziende italiane parteciperanno alle privatizzazioni”.
Il viaggio al Cremlino
Ma è per l’incontro di Mosca che l’attesa è alta, anche domani al Cremlino si discuterà del conflitto ucraino. La visita di Renzi in Russia ha due obiettivi: ‘responsabilizzare’ Mosca sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente, ha spiegato il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli. Il primo obiettivo è “quello di indurre in ore complicate, dopo l’omicidio Nemtsov, la Russia a ridiventare un partner responsabile nell’implementazione degli accordi di Minsk, quindi lavorare con i separatisti per riportarli a una corretta implementazione degli accordi di Minsk”. Il viceministro ha aggiunto: “Sull’altro fronte, dato che la Russia è un attore globale membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu e ha numerose proiezioni in Medio Oriente, acquisire una collaborazione sui delicati dossier mediorientali, dalla Libia alla Siria e altri”.
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in un’intervista ha assicurato che “sullo sfondo del profondo deterioramento delle relazioni tra Mosca e Bruxelles per via della crisi politica interna in Ucraina, la dinamica della collaborazione tra Russia e Italia è calata in modo sostanziale”, ma vi è interesse reciproco a “preservare la cooperazione bilaterale costruita in molti anni”, ha assicurato , nel giorno in cui è atteso a Mosca in “visita di lavoro” il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il capo della diplomazia russa ha ricordato che nel 2014 “non si sono tenuti” i consueti incontri di alto livello per promuovere i rapporti economici (l’ultimo vertice intergovernativo fu quello di Trieste nel novembre 2013 ndr) e “il volume dell’interscambio, l’anno scorso, è diminuito del 10% rispetto al 2013″. “Si è notata la tendenza alla contrazione dei flussi turistici”, ha osservato Lavrov, dicendosi però “certo che questa situazione non risponde agli interessi fondamentali dei nostri Paesi”.
A detta di Lavrov, gli incontri l’anno scorso del presidente Vladimir Putin con Renzi e l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come anche i contatti tra i ministri degli Esteri “dimostrano l’interessamento reciproco nel preservare l’ampia risorsa della cooperazione bilaterale costruita in molti anni”.
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