Scontro Salvini-Tosi, il sindaco di Verona tira dritto: “Nessun passo indietro, mi caccino pure”
A mezzanotte scade l’ultimatum che Salvini e la direzione federale del Carroccio hanno imposto al sindaco di Verona: se non rinuncia alla Fondazione è fuori dal partito. Tosi, segretario della Liga Veneta, non ci sta, secondo lui la decisione di “bloccare” un progetto come “Ricostruiamo il paese” nato per unire le forze del centrodestra dopo un anno e mezzo di attività, è strumentale alla sua messa fuori gioco. Come si legge sulle pagine de L’Arena, il sindaco di Verona vuole restare coerente ai suoi obiettivi: la Liga Veneta di cui è segretario non vuole interferenze esterne dalla direzione federale, per cui niente commissariato e sì alla decisione autonoma su chi candidare alle elezioni regionali.
Martedì il “Faro” veronese della Fondazione continuerà il suo percorso politico con un incontro dal titolo “La figura femminile nell’arte e nella società della Repubblica Veneta” e questo sembra sancire la direzione intrapresa da Tosi, un vero punto di non ritorno leghista. In un’intervista fatta durante il weekend Salvini ha espresso sicurezza sulla situazione di Luca Zaia, il partito è già al lavoro sul programma da presentare alle elezioni. Chi non ci sta viene escluso, il segretario federale non ha tempo per le “beghe”.
Salvini non teme neppure la possibilità che ci sia un cambiamento nella legge elettorale che darebbe a Tosi, con il ballottaggio, la possibilità di sfidare Zaia. Secondo lui sarebbe una mossa inconsueta modificare lo statuto a così poco tempo dai voti e in ogni caso il buon governatorato di Zaia vince contro qualsiasi candidato. Viene lanciato in ogni caso un appello ai veneti, a far sì che la sinistra non spacchi l’unità leghista come è successo in Liguria. Salvini non si preoccupa dei parlamentari, i numeri ci saranno sempre. È sicuro di vincere.
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