Ruby Ter, Berlusconi ‘scarica’ le Olgettine con una lettera uguale per tutte: “Ti voglio bene ma sono obbligato a sospendere il mio contributo”
“Ti voglio bene” ma sono “obbligato a sospendere il mio contributo” di 2.500 euro, “l’aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato” a versare per parecchi mesi. E’ scritto nella lettera con cui Silvio Berlusconi, il 29 dicembre 2013, spiega alle avvenenti ospiti che in passato hanno allietato le serate ad Arcore, di essere costretto a ‘chiudere i rubinetti’. Si tratta di una paginetta, uguale per tutte, in cui l’ex premier sembra congedarsi dalle giovani, ora indagate con lui per corruzione in atti giudiziari, e che si trova tra agli atti dell’inchiesta ‘Ruby ter’.
Il tono usato dal Cavaliere è affettuoso, anche se non mancano le solite frecciate alla magistratura e all’Italia, paese “senza giustizia”, per la condanna definitiva per il caso Mediaset e per i processi “sulle cene a casa mia” devastanti per la “vostra immagine” e la “vostra vita” e per i quali “continua su di noi l’ignobile denigrazione”. E prima dell’affettuoso saluto l’ex premier non nasconde la speranza “a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare”.
La missiva comincia con “Cara”, seguito dal nome della destinataria di turno scritto a mano dal leader di Forza Italia, per andare avanti così: “sarai venuta a conoscenza che da alcune settimane sono state depositate le motivazioni relative agli incredibili processi sulle cene in casa mia”, quello in cui lui era imputato per concussione e prostituzione minorile di Rubacuori (dopo la condanna in primo grado, si è concluso la scorsa settimana con l’assoluzione definitiva). “Inutile dirti – prosegue – che non c’è nessun riguardo per te e per gli altri ospiti delle nostre delle cene e che continua su di noi l’ignobile denigrazione che tutti abbiamo assurdamente dovuto subire”.
“Ma c’è qualcosa in più. – aggiunge riferendosi all’indagine ‘Ruby ter’ – C’è che l’aiuto che io, seguendo l’impulso della mia coscienza, ho continuato a dare a te e alle altre ospiti per lenire gli effetti della devastazione che questi processi hanno causato alla vostra immagine, alla vostra dignità, alla vostra vita, rischia di essere incredibilmente strumentalizzato ipotizzando addirittura dei possibili reati a carico non solo mio ma anche vostro”.
Quindi l’infausta notizia. “A questo punto i miei legali pur comprendendo la generosità e l’altruismo della mia iniziativa, mi invitano con assoluta determinazione, a non continuare con il sostegno economico mensile, perchè si potrebbe attribuire al mio aiuto e alla mia accettazione una finalità diversa da quella reale. Per queste ragioni sono obbligato a sospendere da gennaio ogni mio contributo”.
Anche se, come hanno accertato le indagini del procuratore aggiunto Pietro Forno e dei pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, a 14 di loro è stata liquidata una sorta di buonuscita di 25 mila euro. Inoltre, in base all’esame della documentazione bancaria, Berlusconi, tra il 2010 e il 2014, risulta aver versato alle ragazze in bonifici e assegni, due milioni e 154 mila euro. A quali si aggiunge, solo per poche ‘privilegiate’, una villa in Brianza o un appartamento nella Torre Velasca concessi, probabilmente, in comodato d’uso e, si ipotizza, ‘aiuti’ in contanti fino a poco tempo fa.
Tornando alla lettera, l’ex capo del Governo, prima di congedarsi, non rinuncia, però, a uno dei suoi ‘cavalli di battaglia’: “Sono sicuro che tu sei consapevole di quale attacco mi è stato inflitto da una magistratura militante, che fa un uso politico della giustizia per eliminare l’unico ostacolo che si è opposto e che si oppone alla definitiva presa del potere da parte della sinistra. Questa è l’Italia di oggi. Un’Italia senza giustizia, dove per avere giustizia devi rivolgerti alla Corte Europea di Strasburgo come sto facendo per correggere l’assurda e l’indegna sentenza del primo agosto”. E, infine, la chiusa: “Mi spiace, mi spiace tanto. Spero, a processo finito, di poterti rivedere e riabbracciare. Ti voglio bene. Silvio”.
Intanto oggi, oltre all’attività istruttoria di inquirenti e investigatori, si è tenuta l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per discutere la richiesta di dissequestro avanzata da Iris Berardi e Aris Espinosa dei 2.500 e 6.500 euro, di tablet, di una macchina fotografica e di altri supporti informatici trovati dalla polizia giudiziaria durante le perquisizioni nelle loro abitazioni di un mese fa. L’avvocato Andrea Buondonno, difensore delle due, ha ribadito che il materiale va restituito alle sue clienti, ritenendo non ci siano esigenzeprobatorie tali da giustificare il sequestro. Sequestro che a suo dire è stato un atto “esplorativo”. Il pm Sicliano, presente in aula, si è opposto. I soldi e gli altri oggetti trovati alla ragazze, ora nella cassaforte degli inquirenti, farebbero parte del bagaglio di elementi raccolti per dimostrare che l’unica fonte di reddito delle 21 ospiti delle serate e adesso indagate sarebbe stato Berlusconi. I giudici si sono riservati di decidere.
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