Equinozio di Primavera, l’eclissi è passata lasciando la sua bellezza. La prossima sarà nel 2026
Anche l’ “eclisse dell’equinozio”, come è stata battezzata l’ occultazione del Sole da parte della Luna in questo giorno di vigilia di primavera, è passata con il suo effetto spettacolare.
In Italia, dove l’eclisse è stata parziale, ma notevole (raggiungendo circa il 70 per cento di visibilità dell’occultazione del disco solare in alcune regioni del Nord Ovest), era iniziata attorno alle 9.20 e la fase di osservazione dell’eclisse, nel nostro paese, si è conclusa, con variazioni di pochi minuti, alle 11.33 a Cagliari e 11.37 a Catania, fino alle 11.50 di Trieste.
Molta delusione soprattutto nel Nord Ovest dove invece, paradossalmente, si sarebbe dovuto assistere ad una percentuale maggiore di occultamento del disco solare. Il meteo, e una fitta copertura nuvolosa (che anticipa una perturbazione nel weekend, che domenica porterà pioggia in quasi tutte le regioni), ha impedito in buona parte delle regioni settentrionali di osservare ad occhio nudo (ma con le necessarie protezioni) questo fenomeno astronomico, che è il più rilevante del 2015.
Ma in buona parte della penisola il fenomeno è stato osservato e fotografato, e comunque, chi non l’ha potuto vedere, ha potuto farlo comunque collegandosi via web con diversi siti, compreso il Virtual Telescope, vero e proprio osservatorio astronomico sulla rete, guidato dalla provincia di Roma dall’astrofisico Gianluca Masi e dal suo staff (www.virtualtelescope.eu).
Ma anche molti Osservatori Astronomici in Italia hanno seguito l’evento e hanno organizzato eventi. A Loiano, sui colli di Bologna, per l’occasione l’INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna ha aperto la stazione osservativa alle scuole. Oltre 400 studenti si sono dati appuntamento nel Palazzetto dello Sport del paese, dove hanno seguito il fenomeno sotto la guida di astronomi.
D’altra parte, questa era un’occasione da non perdere. Le eclissi si verificano spesso ma non è frequente che il disco solare si occulti per una buona percentuale. La prossima eclisse parziale di rilievo visibile dall’Italia avverrà infatti il 12 Agosto 2026, ma si verificherà al tramonto. Mentre il 2 agosto 2027 ci sarà un’ eclissi totale su Lampedusa, e parziale nel resto della penisola. La prossima eclisse totale di Sole invece, visibile dall’Italia, quando cioè scenderà l’oscurità, quasi come una notte in pieno giorno, avverrà nel 2081.
E’ infatti piuttosto raro osservare quella totale, col disco coperto al 100 per cento, in una determinata zona del pianeta. Questa volta, chi l’ha osservata in modo totale, sono stati gli abitanti e turisti delle isole Faer Oer e delle Svalbard; le prime ad una latitudine meno nordica, ma sempre con temperature molto basse per l’inizio della primavera.La fascia della totalità, larga ben 460 chilometri, per via del fatto che ha incontrato la Terra di sbieco, ha descritto un semicerchio, da ovest verso est. L’eclisse ha iniziato a diventare totale a sud della Groenlandia; poi, spostandosi verso ovest è giunta alle Faer Oer, mancando però l’Islanda, che avrebbe costituito un’ottima base di osservazione.
La durata massima della totalità è stata di 2 minuti e 47 secondi, poco a nord delle Faer Oer, dove l’ombra della Luna si è spostata sulla Terra alla velocità di 3200 km/ora.Dopo aver attraversato il freddo mare a nord-ovest della Norvegia, l’ombra della Luna è arrivata alle Svalbard, dove la totalità è durata 2 minuti e 29 secondi, con l’ombra della Luna che ha raggiunto una velocità di quasi 6 mila km/ora.
Come sempre, l’eclisse ha rappresentato una grande opportunità non solo popolare, ma anche per la scienza. Dai telescopi terrestri puntati verso l’astro, fino agli strumenti dei satelliti nello spazio, per misurare il diametro del Sole e studiare la corona solare, lo strato più esterno dell’atmosfera della stella. Insieme ad altri, anche il satellite Proba-2, dell’Agenzia Spaziale Europea, ha osservato l’oscuramento del Sole: le osservazioni dallo spazio saranno integrate con le osservazioni terrestri e utilizzate in seguito a scopo scientifico. Come spiegano i ricercatori, studiare la nostra Stella è fondamentale non solo durante le eclissi. Il Sole e la radiazione che emette condiziona tutta la vita sulla Terra, è fondamentale conoscerlo per prevederne le variazioni. Ad esempio si è scoperto che le esplosioni solari più intense possono provocare danni alla reti di distribuzione dell’energia e alcuni black-out sono stati causati proprio dalla radiazione solare. L’Europa si appresta a lanciare una sonda destinata allo studio della nostra Stella, con a bordo uno strumento realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana e a guida italiana, il coronografo spaziale Metis. Questo strumento, che è l’erede di un altro simile lanciato 20 anni fa, a bordo della missione euro-americana SOHO, ha un’ottica progettata in modo da riprodurre a bordo l’effetto di un eclisse di Sole, permettendo così di osservare la tenue emissione della corona solare estesa, un milione di volte più debole di quella del disco solare.
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