Il mistero Lubitz, doveva essere in malattia. Le cure psichiatriche nel 2009. Il comandante ha tentato di sfondare la porta con un’ascia
Potrebbe esserci una grave depressione dietro la decisione di Andreas Lubitz, il co-pilota della Germanwings, di far schiantare l’Airbus A320 sulle Alpi francesi. E secondo alcuni certificati medici che la polizia ha rinvenuto in casa del co-pilota, Andreas era in un periodo di malattia che copriva anche il giorno dello schianto.
Il giovane sei anni fa ha sofferto di una grave forma depressiva ed è stato seguito regolarmente dal punto di vista medico. Indizi della malattia sono stati trovati dagli investigatori nella casa del giovane durante la perquisizione. Lo sostiene Spiegel online, che riporta alcune indiscrezioni delle indagini. Anche il quotidiano tedesco Bild, che ha avuto accesso ai documenti ufficiali dell’Autorità tedesca di supervisione del trasporto aereo, sostiene la tesi della depressionne. Il 27enne, rivela il giornale, ha attraversato “un episodio depressivo pesante” nel 2009 ed è stato sottoposto a cure psichiatriche. Da allora Lubitz seguiva un trattamento “medico particolare e regolare”. Queste informazioni, aggiunge il quotidiano, erano state trasmesse a Lufthansa, la compagnia aerea tedesca della quale fa parte Germanwings.
Tracce ‘significative’
Intanto proseguono le indagini della polizia, che giovedì ha perquisito le due case del co-pilota dell’aereo e ha riferito di aver fatto una scoperta “molto significativa”: una traccia che potrebbe spiegare cosa abbia spinto il giovane nella sua follia omicida. Intanto la stampa tedesca sostiene che Lubitz si era appena lasciato con la compagna che avrebbe dovuto sposare il prossimo anno. Gli inquirenti hanno perquisito tanto la casa dei genitori a Montabaur, un’elegante cittadina a nord di Francoforte, che il suo appartamento all’ultimo piano di una palazzina residenziale di Dusseldorf, portando via un computer, un portatile ed altri documenti. Il giovane si divideva tra le due case, quella in cui vivono i benestanti genitori e un fratello minore, e l’elegante appartamento a Dusseldorf, che pare condividesse con una fidanzata. “Volevamo cercare di vedere se per trovare qualcosa che potesse spiegare l’accaduto”, ha riferito al termine delle quattro ope di perquisizione un portavoce. “Abbiamo trovato qualcosa che ora analizzeremo. Non possiamo dire cosa sia al momento, ma potrebbe essere una traccia molto significativa per spiegare cosa è successo. Speriamo possa dare qualche spiegazione”. Gli inquirenti hanno spiegato di aver portato via “vari oggetti e documenti”, ha dichiarato il portavoce della polizia, Marcel Fiebig, “vedremo se questo potrà chiarire quello che è accaduto, tutto viene esaminato”. Ha poi aggiunto che non è stata individuata nessuna “pistola fumante” che possa far luce su un possibile motivo. Gli inquirenti di Duesseldorf hanno aperto un’inchiesta parallela alla principale inchiesta in corso in Francia, dal momento che la maggior parte delle 150 vittime erano di nazionalità tedesca.
Gesto ‘folle’. Un gesto “folle, incomprensibile”
Così il primo ministro francese, Manuel Valls, in un’intervista alla emittente I-télé ha definito il gesto di Lubitz . Oltre al copilota tedesco, nel disastro aereo in Alta Provenza sul volo Barcellona-Duesseldorf sono morte 149 persone. “Dobbiamo aspettare la fine dell’indagine, anche se ieri la procura ha fornito informazioni sufficienti per farci ritenere che questo gesto folle, incomprensibile, orribile, sia all’origine dello schianto”, ha detto il premier.
“Tentò di aprire la porta con un’ascia”, il gesto disperato del pilota
Il capitano del volo Germanwings tentò di forzare l’ingresso usando un’ascia, scrive sempre Bild, citando fonti delle forze dell’ordine. Il registratore di volo ha rivelato che il capitano, padre di due bambini, bussò ripetutamente alla porta e tentò di entrare nella cabina nei fatali minuti in cui l’aereo stava puntando verso il basso; e in quei minuti concitati, secondo il tabloid tedesco, tentò anche di abbattere la porta blindata della cabina con l’ascia. La notizia non è stata confermata dalla compagnia di volo, ma un portavoce di Germanwings ha effettivamente riconosciuto che a bordo c’era anche un’ascia, un arnese che “fa parte dell’apparecchiature di sicurezza di un A320″.
Ricerche continue
C’è vento sul massiccio dei Trois-Eveches, in Alta Provenza, dove per il terzo giorno consecutivo sono riprese le ricerche per il recupero delle vittime. Seyne-Les-Alpes, quartiere generale delle operazioni, sta cercando di abituarsi al via via degli elicotteri che decollano dal campo volo e ai numerosi mezzi di soccorso sulle sue strade. Una presenza destinata a protrarsi per settimane, se non addirittura per mesi: tanto ci vorrà per completare il recupero delle vittime e dei rottami dell’Airbus A320.
Presidente Gauck visita scuola Haltern
Il presidente tedesco Joachim Gauck questa mattina è a Haltern am See per esprimere la sua vicinanza alla popolazione di questa cittadina, pesantemente colpita dalla catastrofe dell’Airbus. Sedici studenti e due insegnanti del liceo Joseph Koenig, di ritorno da un viaggio di studio a Barcellona, sono tra le 150 vittime del disastro aereo. La scuola ha chiesto rispetto per la privacy degli alunni e delle loro famiglia, prima delle cerimonie in ricordo delle vittime previste oggi nella scuola. Sono previsti due eventi, entrambi chiusi ai mezzi di comunicazioni, dopo che nei giorni scorsi c’era stata una serie di manifestazioni spontanee in ricordo degli alunni.
Piloti francesi pronti a far causa per fuga notizie
Il sindacato nazionale dei piloti di linea francesi (Snpl) annuncia che sporgerà denuncia per le notizie trapelate ufficiosamente ieri sul contenuto della scatola nera dell’aereo Germanwings, perché la loro diffusione sarebbe una violazione del segreto professionale.
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