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Ministero delle Infrastrutture, imminente la nomina a Delrio. Ncd propone Quagliariello per gli Affari Regionali con delega ai fondi europei

Ministero delle Infrastrutture, imminente la nomina a Delrio. Ncd propone Quagliariello per gli Affari Regionali con delega ai fondi europei

Sarà oggi, domani o al massimo venerdì, ma la scelta ormai dovrebbe essere cosa fatta. Salvo sorprese dell’ultim’ora, sempre possibili, quando si parla di Matteo Renzi, il nuovo ministro delle Infrastrutture sarà Graziano Delrio. È l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio l’uomo in «pole position» per riportare ordine in quel dicastero e avviare il repulisti auspicato dal premier.
Certo, con il suo allontanamento da Palazzo Chigi si apre un bel problema. Resterebbe infatti una casella vuota, di importanza notevole, da riempire. Circolano le ipotesi più disparate a riguardo, nomi tutti appartenenti alla stretta cerchia dei fedelissimi di Renzi: il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi, il sottosegretario Luca Lotti e Lorenzo Guerini.
I primi due, però, sono fondamentali nei ruoli chiave che svolgono adesso ed è quindi altamente improbabile che vengano spostati. Quanto a Guerini, finora, ha portato avanti un compito importante nel Partito democratico, facendo il vicesegretario a tempo pieno. È difficile fare a meno anche di lui.
Questa è dunque una scelta più complicata, per quanto paradossale possa sembrare, di quella del successore di Maurizio Lupi. L’impressione è che, comunque, Renzi possa alla fine optare per un fedelissimo il cui nome non è tra quelli che continuano insistentemente a circolare da ieri.
Al Nuovo centrodestra, a questo punto, andrà quindi il ministero degli Affari regionali con la delega ai fondi europei. Per quel dicastero Angelino Alfano e Maurizio Lupi, che ieri hanno incontrato il premier, hanno proposto Gaetano Quagliariello. Ma sono rimasti spiazzati dal presidente del Consiglio. Per quella poltrona Renzi ha chiesto loro il nome di una donna. In pista, attualmente, ce ne sono quattro: la senatrice Federica Chiavaroli, la deputata Rosanna Scopelliti, Valentina Castaldini, portavoce del Nuovo centrodestra ed Erminia Mazzoni, ex parlamentare europea. Ncd, dovrà scegliere quindi una donna, anche perché Matteo Renzi non vuole in nessuno modo che la presenza femminile nel suo governo si assottigli ulteriormente.
Sia Alfano che Lupi, comunque, sono usciti da quel colloquio con il premier soddisfatti. Il secondo, con tutta probabilità, diventerà il nuovo capogruppo del partito alla Camera al posto di Nunzia De Girolamo, contro la quale, giusto ieri, alcuni deputati del Nuovo centrodestra stavano facendo una raccolta di firme. C’è chi ha voluto vedere in questa operazione lo zampino di Renzi. Ma sono voci fatte filtrare da Forza Italia, con cui notoriamente, De Girolamo è rimasta in ottimi rapporti.
La verità è che le relazioni tra la presidente dei deputati del Nuovo centrodestra e Alfano si sono andate deteriorando in questi ultimi tempi. De Girolamo sembra sempre più proiettata verso FI, tant’è che ha proposto al suo partito di sostenere il governo Renzi dall’esterno. Tra l’altro tra Alfano e De Girolamo vi sarebbe tensione anche sulla questione Campania, dove il leader del Ncd sembrerebbe restìo ad appoggiare Forza Italia alle Regionali (argomento di cui ha discusso più volte con Renzi in questi giorni).
Tutti questi cambi di caselle ministeriali non avranno bisogno della fiducia. Insomma, il governo non dovrà fare un nuovo passaggio alle Camere perché non di rimpasto si tratta, dal momento che Renzi ha l’interim del ministero delle Infrastrutture e gli Affari Regionali sono un dicastero senza portafoglio che fa parte della presidenza del Consiglio. Del resto, il premier e il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella hanno già parlato di questo problema.

Ma ieri Matteo Renzi ha sciolto anche un altro nodo

Quello del nuovo prefetto di Roma. Ruolo delicato, tanto più dopo il caso di «Mafia Capitale». Quella poltrona – la decisione è ormai praticamente ufficiale – verrà affidata a Franco Gabrielli.
Sempre in questo martedì alquanto impegnativo per l’inquilino di Palazzo Chigi, Renzi ha esaminato a lungo con il presidente Tito Boeri il tema delle pensioni e della riorganizzazione dell’Inps.
A pranzo, invece, ha visto Andrea Orlando, nella sua doppia veste di ministro e di esponente del Pd, per saggiare gli umori del partito in questa fase alquanto incandescente della vita dei democrats.