Spese elettorali eccessive in Francia, Sarkozy interrogato dalla Finanza. Arrestati tre suoi stretti collaboratori
All’indomani del suo successo alle elezioni provinciali francesi, Nicolas Sarkozy si ritrova alle prese con i suoi soliti guai giudiziari: stamani è stato convocato dal polo finanziario del tribunale di Parigi sulla vicenda delle spese elettorali eccessive (oltre il limite stabilito dalla legge) che l’uomo politico avrebbe sostenuto durante la campagna elettorale del 2012 e che poi avrebbe scaricato illegalmente sul suo partito, l’Ump, determinandone un vero e proprio tracollo finanziario. Intanto, a Nanterre, alle porte di Parigi, l’ufficio anticorruzione della polizia giudiziaria ha convocato e subito messo in stato di fermo tre fedelissimi dell’ex presidente per un altro affaire, relativo a Bygmalion, società organizzatrice di meting e di comizi, che sempre durante la campagna 2012 avrebbe emesso fatture false per servizi previsti a favore di Sarkozy ma in gran parte dei casi mai effettuati.
SPESE ALLEGRE, TANTO PAGA IL PARTITO
Durante quella campagna elettorale, che poi aveva visto François Hollande vincitore, Sarko aveva superato abbondantemente il livello massimo previsto dalla legge per ogni candidato (22,5 milioni). Lo aveva stabilito la Corte dei conti. L’Ump, il partito conservatore, erede della tradizione neogollista, aveva dovuto sobbarcarsi tutto quel fardello, ritrovandosi con un debito di oltre 70 milioni di euro e scivolando sui bordi della bancarotta. I simpatizzanti avevano dovuto mettere mano al portafogli. Era stata realizzata una colletta, conclusa con successo, definita ironicamente il “Sarkothon”. All’ex presidente era stato imposto, per il superamento della soglia delle spese elettorali, anche il pagamento di penalità (circa 400mila euro) : aveva scaricato anche quelle sul partito. È proprio su questo che stanno indagando ora i giudici.
BYGMALION E LE FALSE FATTURE
Altre spese aggiuntive per quella campagna erano state pagate sempre dall’Ump (18,5 milioni) alla società Bygmalion, che ha emesso fatture false su numerosi eventi che in realtà non sono mai stati organizzati. Sarkozy ha sempre dichiarato di non essersi occupato direttamente di tali questioni e di non saperne nulla. Stamani sono sotto torchio tre persone (per le quali è già scattata la custodia cautelare) : Guillaume Lambert, che era il responsabile della campagna 2012 di Sarko, oggi prefetto di Lozère; Philippe Briand, deputato Ump, che era tesoriere della campagna. E l’avvocato del partito Philippe Blanchetier.
SEMPRE PIU’ AFFAIRE PER SARKO’
Lunghissima è la serie dei guai giudiziari che gravano su Sarkozy. Si va dalla sentenza sul suo amico Bernard Tapie (che fruttò nel 2008 all’imprenditore un megarisarcimento di oltre 400 milioni di euro, pagati dalle casse dello stato) ai contratti conclusi dall’Eliseo con una serie di istituti di sondaggi, durante il quinquennio di Sarko, ovviamente senza gara d’appalto. Ma l’altra vicenda che al momento sta generando più problemi all’ex presidente è quella relativa ai sospetti che Gheddafi abbia elargito generosi finanziamenti per la sua campagna elettorale (allora vittoriosa) del 2007. Agli inizi di marzo, Claude Guéant, ex ministro degli Interni e a lungo l’ombra di Sarko, è stato incriminato per un versamento sospetto ricevuto su uno dei suoi conti bancari e che l’uomo politico sta cercando di giustificare con la vendita personale di quadri.
I RIFLESSI SUL SUO DESTINO POLITICO
Il nuovo polverone si è alzato proprio all’indomani di una consultazione, quella delle dipartimentali, archiviata con successo da Sarkozy, che dall’autunno 2014 ha ripreso le redini dell’Ump ed è già in lizza per essere nominato candidato del suo partito per le presidenziali del 2017 (le primarie si terranno l’anno prossimo). Il suo principale rivale in questo senso è Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, che stamani è subito intervenuto sulla presenza di Sarkozy nei locali del tribunale parigino. « Spero faccia valere le sue ragioni », ha detto : parole che non denotano un entusiasmo debordante. Tanti osservatori politici, da tempo, rilevano che i guai giudiziari non nuocciono più così tanto all’uomo politico, che si è già messo nella posizione di vittima dei « magistrati di sinistra » agli occhi dell’opinione pubblica più conservatrice. Ma se un giudice lo condannasse prima della scadenza elettorale del 2017, sarebbe per lui praticamente impossibile presentarsi come candidato.
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