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Panama, Raul Castro e Obama insieme al vertice delle Americhe. Un sondaggio rivela: i cubani adorano il presidente Usa, tiepidi su Fidel

Panama, Raul Castro e Obama insieme al vertice delle Americhe. Un sondaggio rivela: i cubani adorano il presidente Usa, tiepidi su Fidel

Sono arrivati a Panama a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro Barack Obama e Raul Castro poche ore dopo l’incontro fra i loro due ministri degli esteri John Kerry e Bruno Rodriguez in cui “sono stati registrati progressi” e in cui i due interlocutori “hanno concordato di risolvere le contraddizioni” che separano i due paesi, come ha riassunto in un tweet il dipartimento di stato.

Storico l’incontro fra il ministro degli esteri cubano e il segretario di stato americano, l’ultimo fra esponenti di alto livello dei governi dei due paesi risale al 1959 (fra Fidel Castro e Richard Nixon) così come si preannuncia quello fra Raul Castro e Barack Obama in programma a margine del vertice delle Americhe, il settimo ma il primo a cui prende parte Cuba, anche se la Casa Bianca lo descrive come una “interazione”, più che un incontro bilaterale formale. Un sondaggio rivela: i cubani adorano Obama ma sono tiepidi su Fidel e Raul.

Il senatore democratico della Commissione esteri Ben Cardin ha reso noto che il dipartimento di stato ha deciso di raccomandare a Obama la rimozione di Cuba dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo (una misura in atto dal 1982), “un passo importante nei nostri sforzi per forgiare relazioni più fruttuose con Cuba”, ha spiegato in una nota, la condizione per la ripresa dei rapporti diplomatici interrotti nel 1961.

Prendono parte al vertice delle Americhe i leader di 33 paesi (hanno dato forfait la presidente del Cile e il premier della Repubblica dominicana). “Ci sono molte opportunità di conversazione per i leader”, ha spiegato il Consigliere della Casa Bianca Ben Rhodes, senza precisare se queste possibilità investono, oltre che Raul Castro, anche il Presidente del Venezuale Maduro, nel momento di grande tensione fra Washington e Caracas. Anche se hanno poi ammorbito il linguaggio, gli Stati Uniti hanno definito Caracas una “minaccia” alla sicurezza nazionale e il mese scorso hanno imposto sanzioni contro sette esponenti venezuelani accusati di abusi contro oppositori politici.