Strage di Milano, la rabbia dei giudici: “Paghiamo la solitudine”. Sabelli: “C’e un problema di sicurezza in tutti i tribunali”
Milano sotto choc all’indomani della sparatoria in tribunale che ha provocato tre morti e due feriti. E’ stato fissato per lunedì prossimo 13 aprile l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Claudio Giardiello, l’autore della strage di ieri al palazzo di Giustizia dove sono morti il giudice Fernando Ciampi, il giovane avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani e l’imprenditore Giorgio Erba.
Il pm monzese Franca Macchia nelle prossime ore inoltrerà al gip la richiesta di convalida dell’arresto dell’uomo. Il fascicolo sarà poi trasmesso alla procura di Brescia, competente dato che è coinvolto un giudice milanese. Sempre lunedì inizieranno anche le autopsie sui corpi delle tre vittime.
I FERITI – I due feriti sono il commerciale Stefano Verna, colpito a una gamba, e Davide Limongelli di 40 anni, socio di Giardiello nella ‘Immobiliare Magenta’. Limongelli, operato ieri all’ospedale Niguarda dopo essere stato colpito da 9 proiettili che gli hanno perforato l’intestino, ha passato una “notte positiva”. “Il paziente è stabile e non ha perso più sangue”, riferiscono dalla struttura sanitaria aggiungendo che “oggi verrà estubato e risvegliato” e che “la prognosi resta riservata”.
COMMEMORAZIONE IN TRIBUNALE- All’indomani della sparatoria commemorazione nell’aula magna del tribunale di Milano. “Siamo qui per chiedere rispetto”, ha detto prendendo la parola al termine del minuto di silenzio osservato in ricordo delle vittime il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli . “Fatti tragici – ha sottolineato – che hanno un valore direttamente simbolico”, perché rappresentano “la solitudine in cui tante volte è stata lasciata la giustizia”.
Per Sabelli, insomma, la sparatoria di ieri è il frutto di “troppe tensioni che si raccolgono sulla giustizia”, ma anche della “troppa rabbia che si genera su chi esercita la giurisdizione”. Per questo ha voluto “richiamare tutti a un doveroso rispetto, precondizione per tenere a freno quella rabbia”. Alla fine un appello ad avvocati e magistrati: “Da questa tragedia deve nascere un senso di recupero: è il momento di ripartire da zero”.
Ai microfoni di Sky tg 24 Sabelli ha detto che quanto accaduto ieri a Milano dimostra “un problema evidente di gestione della sicurezza. Chi ha responsabilità dovrà approfondire e rimediare. Fatti del genere non possono succedere”. Per questo, ha aggiunto, l’Associazione nazionale magistrati chiede “un intervento specifico per la sicurezza di tutti i palazzi di giustizia d’Italia”.
Il presidente dell’Anm ha poi definito “incredibile che una persona sia entrata armata, abbia sparato in un’aula di giustizia, poi sia uscito, si sia spostato a un altro piano abbia sparato ancora e poi si sia allontanato impunemente dal palazzo”.
Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini intervenendo all’assemblea dell’Anm per ricordare le vittime, ha sottolineato: “I magistrati non possono essere lasciati soli”.
Alla commemorazione ha partecipato la madre di Lorenzo Alberto Claris Appiani, il giovane avvocato ucciso. “E’ morto – ha detto del giovane Alberta Brambilla Pisoni – perché non è stato una marionetta nelle mani dei clienti, perché sin dal giuramento aveva imparato il principio che bisogna fare ciò che è giusto per il cliente”.
IL 16 RIUNIONE SU SICUREZZA – Intanto, si terrà giovedì prossimo, 16 aprile, la riunione del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, con i procuratori generali presso le corti d’Appello, che hanno la responsabilità della sicurezza negli uffici giudiziari. L’incontro, che era stato annunciato ieri dal guardasigilli, subito dopo la strage al tribunale di Milano, si svolgerà al ministero.
PG PALERMO – Il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, intervenendo a un’affollata assemblea organizzata da magistrati e avvocati di Palermo dopo la strage di Milano, ha dichiarato: “E’ un vero paradosso ciò che accade nei tribunali italiani: lo Stato si ritira dalla sicurezza affidandola ai privati spendendo milioni di euro. Mi chiedo se con quegli stessi milioni non si potrebbero assumere dei carabinieri”. “Ieri l’assassino ha compreso che poteva accedere ovunque nel Palazzo di giustizia di Milano – dice Scarpinato – senza controlli”.
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