Pakistan, ucciso in un raid Usa il cooperante italiano Giovanni Lo Porto rapito da al-Qaeda nel 2012. La Casa Bianca: “Nostra responsabilità”
Giovanni lo porto, l’italiano rapito da al-Qaeda nel gennaio 2012 in Pakistan, è stato ucciso durante un’operazione dell’antiterrorismo statunitense lo scorso gennaio al confine con l’Afghanistan. L’obiettivo del drone della Cia era un compound di al-Qaeda. Lo Porto era nel compound colpito con altri ostaggi americani. La notizia è stata data dall’agenzia americana Dow Jones che cita alti funzionari dell’amministrazione Obama. Assieme a Lo Porto vittima del drone Usa è l’esperto di sviluppo Warren Weinstein, prigioniero dal 2011. La Casa Bianca ha confermato aggiungendo che nella stessa operazione è stato ucciso anche Ahmed Farouq, un cittadino statunitense leader di al-Qaeda. Adam gadahn, altro americano divenuto un importante leader di al-Qaeda, è stato ucciso sempre a gennaio, in un altro raid. “Non ci sono parole per esprimere in modo adeguato il nostro dolore per questa terribile tragedia”, si legge nella nota di Washington.
Erano tre anni che non si avevano più notizie di Lo Porto. Assieme a padre Paolo Dall’Oglio, era uno degli ultimi due italiani ancora prigionieri di bande di sequestratori.
Giovane e brillante operatore umanitario palermitano aveva alle spalle missioni in Centro Africa, ad Haiti, due volte in Pakistan. Giovanni, 39 anni, Giancarlo per gli amici e i familiari, era stato rapito il 19 gennaio del 2012, portato via insieme con il collega tedesco Bernd Muehlenbeck, 59 anni, dal compound di Multan: una città di un milione e cinquecento mila abitanti del Punjab, nel nord del Pakistan a cavallo del confine con l’Afghanistan. Entrambi lavoravano per la ong tedesca Wel Hunger Hilfe, nell’ambito di un progetto finanziato dall’Ue per soccorrere la popolazione del Pakistan sconvolta da un violento terremoto a cui era seguita un’alluvione.
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