Palmira nelle mani dell’Isis, giustiziati e decapitati i miliziani siriani in fuga. Si teme per i siti archeologici. Damasco sempre più vicina
I jihadisti dello Stato Islamico (Is) hanno ora il pieno controllo dell’antica città di Palmira , dopo che l’esercito di Bashar al-Assad si è ritirato senza combattere come spiegano attivisti ad al-Jazeera. (Foto)
Le immagini dell’entrata dei miliziani nel sito archeologico sono state mostrate dalla televisione di Stato siriana e postate sugli account dei social media pro Is. ”Grazie a Dio, (Palmira, ndr) è stata liberata”, ha detto un jihadista dell’Is parlando dalla zona e citato dai siti Internet vicini al gruppo. Il miliziano ha spiegato che l’Is controlla anche l’ospedale usato come base dall’esercito siriano prima di ritirarsi, evacuando anche i civili.
Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, però, almeno al momento non si hanno notizie della distruzione del sito archeologico dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il timore è infatti che i jihadisti di Abu Bakr al-Baghdadi possano commettere a Palmira lo stesso scempio realizzato nei siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq, dove armati di asce, picconi e kalashnikov hanno distrutto reperti di inestimabile valore.
Per quanto riguarda Palmira, 250 chilometri a nord est di Damasco, ieri il direttore delle Antichità e dei Musei siriani, Maamoun Abdulkarim, aveva rassicurato sul fatto che ”centinaia e centinaia di statue che temiamo vengano distrutte e vendute sono ora (state trasferite, ndr) in luoghi sicuri”.
L’interpretazione estremista del Corano seguita dall’Is spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all’epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell’Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti diversi da Dio.
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