Mafia Capitale, secondo atto: arrestate 44 persone tra politici (dal Pd a Forza Italia) consiglieri comunali e regionali. Il business degli immigrati
Nuovo blitz dei carabinieri contro mafia capitale: dalle prime ore di questa mattina i carabinieri stanno eseguendo, nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, nei confronti di 44 indagati a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati.
OPERAZIONE ‘MONDO DI MEZZO 2′ – I provvedimenti, che riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti del sodalizio mafioso che faceva capo a Massimo Carminati, “hanno confermato l’esistenza – spiegano gli investigatori – di una struttura mafiosa operante nella capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”.
Le indagini condotte nell’ambito dell’operazione ‘Mondo di mezzo 2′ hanno documentato, tra l’altro, “il ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori”.
GLI ARRESTATI – C’è anche Luca Gramazio tra le 44 persone arrestate dai carabinieri. Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia della capitale, hanno, tra l’altro, consentito di documentare la partecipazione Gramazio “all’associazione mafiosa, in qualità di esponente della parte politica che interagiva, secondo uno schema tripartito, con la componente imprenditoriale e quella propriamente criminale”, spiegano gli investigatori.
Dapprima “nella carica di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi Fi) presso il Consiglio Regionale del Lazio, sfruttando la propria appartenenza ai suddetti organi amministrativi e la conseguente capacità di influenza nell’ambiente istituzionale, poneva in essere -viene rilevato- condotte strumentali al conseguimento degli scopi del sodalizio”.
Tra i 44 destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare figurano i nomi di Mirko Coratti, ex presidente dell’Assemblea capitolina e quello di Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa del Campidoglio. Ai domiciliari invece sono finiti tra gli altri il consigliere comunale Giordano Tredicine e l’ex presidente del X municipio Andrea Tassone.
Ci sono poi Angelo Scozzafava, ex direttore del quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma, e Franco Figurelli, della segreteria di Mirko Coratti.
Questo l’elenco completo dei destinatari della custodia cautelare in carcere: Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli, Nadia Cerrito, Paolo Di Ninno, già detenuti; Claudio Bolla; Massimo Caprari; Mirko Coratti; Antonio Esposito; Francesco Ferrara; Emilio Gammuto; Luca Gramazio; Michele Nacamulli; Daniele Ozzimo; Angelo Scozzafava; Franco Figurelli; Pierpaolo Pedetti; Fabrizio Franco Testa. Sono 25 le persone finite ai domiciliari. Tra loro anche Daniele Pulcini.
LE INDAGINI – Gli approfondimenti nei confronti di Luca Odevaine, “i cui contatti con Buzzi erano emersi in relazione al coinvolgimento delle relative imprese nella gestione dell’emergenza immigrati, hanno confermato l’articolato meccanismo corruttivo facente capo allo stesso Odevaine che, in qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, è risultato in grado di ritagliarsi aree di influenza crescenti nello specifico settore”.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di “documentare come Luca Odevaine fosse in grado di garantire consistenti benefici economici ad un ‘cartello d’imprese’ interessate alla gestione dei centri di accoglienza, determinando l’esclusione di imprese concorrenti dall’aggiudicazione dei relativi appalti”.
I provvedimenti scaturiscono dalla prosecuzione delle indagini avviate nel 2012 dal Ros, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, che il 2 dicembre scorso “avevano consentito un primo intervento nei confronti dell’organizzazione mafiosa facente capo a Massimo Carminati, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 37 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose e per essere l’associazione armata”.
In questa nuova fase sono stati quindi acquisiti “ulteriori elementi in ordine all’esercizio del metodo mafioso da parte del sodalizio, confermato anche dalle testimonianze rese da diversi imprenditori vittime”. È stata “acclarata, inoltre, la centralità, nelle complessive dinamiche dell’organizzazione mafiosa diretta da Carminati, di Salvatore Buzzi, riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate”.
“GRAMAZIO COLLEGAMENTO TRA ORGANIZZAZIONE E ISTITUZIONI”- “Luca Gramazio, prima consigliere comunale al Comune di Roma poi Consigliere Regionale alla Regione Lazio – si legge nell’ordinanza sulla fase due di Mafia Capitale firmata dal gip di Roma Flavia Costantini – pone al servizio dell’organizzazione le sue qualità istituzionali, svolge una funzione di collegamento tra l’organizzazione la politica e le istituzioni, elabora, insieme a Testa, Buzzi e Carminati, le strategie di penetrazione della Pubblica Amministrazione, interviene, direttamente e indirettamente nei diversi settori della Pubblica Amministrazione di interesse dell’associazione”.
“A TASSONE 30MILA EURO” – Dall’ordinanza emerge poi che Mafia capitale avrebbe versato, attraverso un intermediario, “somme di denaro non inferiori a 30.000 euro” all’ex presidente del Municipio X Andrea Tassone. Secondo il gip, “in concorso tra loro, Carminati, Testa e Buzzi, previo concerto, erogavano a Tassone, Presidente del X municipio, attraverso un suo intermediario” per “la sua funzione e perché costui ponesse in essere atti contrari ai doveri del suo ufficio, in violazione dei doveri d’imparzialità della pubblica amministrazione”.
“A ODEVAINE 20MILA EURO AL MESE PER FAVORIRE LA CASCINA” – Luca Odevaine “riceveva da Cammisa, Ferrara, Menolascina e Parabita la promessa di una retribuzione di 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopo l’aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014″, per favorire il gruppo La Cascina nella gestione dell’emergenza profughi, si legge nell’ordinanza, che ha però rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Odevaine, indagato nell’ambito della fase due dell’inchiesta Mafia capitale.
“OZZIMO ‘AL SERVIZIO’ DI BUZZI” – L’ex assessore delle giunta Marino Ozzimo, che si era dimesso proprio in seguito alla prima fase dell’inchiesta mondo di mezzo, avrebbe ricevuto dal sistema mafia capitale “una costante erogazione di utilità a contenuto patrimoniale”, comprendente un’assunzione e, “nel maggio 2013, l’erogazione di 20.000 euro, formalmente qualificati come contributo elettorale- da parte di Buzzi che agiva in accordo con Carminati”, si legge nell’ordinanza firmata dal gip di Roma, secondo cui “Ozzimo nella sua qualità prima di consigliere capitolino e vicepresidente della Commissione Politiche Sociali e membro della Commissione Lavori Pubblici, Scuola e Sanità, poi, dal 2013, anche nella sua qualità di assessore al comune di Roma, poneva a servizio di Buzzi la sua funzione”.
PERQUISIZIONI IN UFFICI DI CATANIA E AL CARA DI MINEO – La Procura di Catania rende noto come “molteplici perquisizioni” sono in corso in alcuni uffici della provincia di Catania, tra cui quelli del Consorzio ‘Sol Calatino – Società Cooperativa Sociale’, inserito nell’Ati che si occupa delle gestione dei servizi all’interno del Cara di Mineo, e della Provincia Regionale di Catania. Attività condotte nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per l’affidamento dei servizi al Cara di Mineo.
“L’attività di indagine – si legge nella nota della Procura etnea – è finalizzata a verificare se gli appalti per la gestione del Cara siano stati strutturati dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa catanese Sisifo, così come emerso anche nelle indagini della Procura di Roma, con la quale è costante il coordinamento delle indagini”.
IL COMMENTO DI ZINGARETTI – In una nota il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dichiara: ”Dalla Procura un lavoro importante e utile per fare chiarezza e rafforzare la legalità nella Pubblica Amministrazione. Da parte nostra, in Regione, in questi due anni, abbiamo fatto di tutto per governare bene, rafforzando la legalità e la trasparenza. Andremo avanti così, sempre più determinati”.
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