Fiat, col Job act arrivano altre mille assunzioni entro il 2015. Diventano a tempo indeterminato 1500 lavoratori di Melfi
Continua la luna di miele tra Marchionne e Renzi. Il governo annuncia di essere pronto a varare gli ultimi decreti attuattivi del Jobs Act e Fiat Chrysler Automobiles rilancia promettendo 1.000 nuove assunzioni negli stabilimenti italiani entro la fine dell’anno: 600 erano già stati annunciati a Melfi proprio da Sergio Marchionne altri 400 saranno distribuiti lunga la Penisola. Inoltre, ha detto Alfredo Altavilla, responsabile europeo del gruppo, saranno stabilizzati a tempo indeterminato i 1.500 dipendenti assunti a Melfi.
Le assunzioni, quindi, si faranno a Melfi, alla Sevel, a Cassino, a Termoli, a Verrone (Biella) e a Cento (Ferrara). A Melfi, in particolare, sono previsti 600 nuovi lavoratori, i primi 250 dei quali potrebbero entrare nello stabilimento entro giugno “con l’obiettivo – ha spiegato Altavilla – di portare la produzione a 1.200 vetture al giorno”.
Alla Sevel le assunzioni saranno 200, a Verrone 170. E’ inoltre previsto l’inserimento di cento giovani sul progetto Alfa Romeo a Cassino (50) e Termoli (50), “destinati a ruoli importanti – ha spiegato Altavilla – di team leader. Gli ingressi saranno accompagnati dalla salita dei volumi e al rientro dalla cassa integrazione”. Per quanto riguarda Mirafiori, Altavilla ha detto che “i lavori vanno avanti secondo i programmi, che prevedono l’inizio della produzione del Maserati Levante a fine anno”.
Insomma, le aziende cercano di sfruttare la riforma del lavoro e soprattutto la decontribuzione per i neoassunti per rilanciare l’occupazione, ma i sindacati restano scettici sui risultati effettivi. “Più che il Jobs Act – dice Annamaria Furlan, segretario della Cisl, credo sia la decontribuzione prevista in legge finanziaria per le imprese che assumono a tempo indeterminato. E’ la prima volta – evidenzia – che in questo Paese assumere a tempo indeterminato costa meno che assumere a tempo determinato e i benefici sono
evidenti”.
Per il numero uno della Cgil, Susanna Camusso, il Jobs Act non durerà a lungo, “ma se durerà creerà una ulteriore divaricazione tra il mondo del lavoro che può farcela e quello a cui vengono sottratte stabilizzazione e sicurezza”.
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