Mafia capitale, esplode la rabbia in Campidoglio. Marino sotto assedio, sostituiti i consiglieri indagati. Si dimette capogruppo Pd alla Regione
Clima teso, spintoni e Palazzo Senatorio blindato in Campidoglio dove, durante la seduta del consiglio comunale alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino, è stata votata e approvata la surroga dei consiglieri che sono stati arrestati nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale. “Mafiosi fateci entrare”. “Te ne vai si o no”, hanno urlato dalla piazza. La protesta dei dipendenti della Multiservizi, arrivati con i loro striscioni per partecipare alla seduta dell’assemblea, si è unita a quella di Casapound e del Movimento 5 Stelle, i cui rappresentanti regionali e comunali sono stati poi bloccati, in parte, fuori dal portone dell’ingresso della Lupa riuscendo poi a entrare in aula.
Sotto, nella piazza, è scattata la protesta, a cui ha preso parte anche una delegazione di Ncd, FdI, Casapound, comitati e Noi con Salvini. I consiglieri regionali, municipali e attivisti del M5S sono stati fermati all’altezza delle transenne sotto Palazzo Senatorio, sono poi riusciti a salire fino alla scalinata dell’ingresso di Sisto IV e infine, alcuni di loro, ad accedere in Aula. Qui il consigliere di M5S Enrico Stefano ha lasciato un cartello con la scritta: “Onestà” sulla statua del Giulio Cesare mentre gli altri grillini hanno letto brani delle intercettazioni dall’inchiesta su Mafia capitale e tra le urla di protesta Marino ha ironicamente salutato gli esponenti pentastellati facendo il segno della vittoria. Con una seduta lampo oggi l’assemblea capitolina ha approvato la surroga temporanea dei quattro consiglieri comunali arrestati. Le funzioni di Mirko Coratti e Pierpaolo Pedetti (Pd), Massimo Caprari (Cd) e Giordano Tredicine (Pdl) verranno esercitate pro tempore dai primi dei non eletti che subentrano al loro posto: Liliana Mannocchi e Cecilia Fannunza (Pd), Daniele Parrucci (Cd) e Alessandro Cochi (Pdl). Quest’ultimo, a causa delle tensioni in piazza del Campidoglio, non è riuscito ad arrivare in tempo per la lettura del dispositivo di surroga. Una volta approvato il voto, la presidente dell’assemblea capitolina, Valeria Baglio, ha sciolto la seduta.
Tensioni sotto al Marc’Aurelio. In piazza si è scatenata la ressa. Ancora momenti di tensione tra gli attivisti di M5s e CasaPound con gli agenti delle forze dell’ordine: i manifestanti hanno tentato di forzare le transenne per entrare a palazzo Senatorio e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa li hanno respinti bloccando l’accesso al palazzo che è rimasto chiuso anche ai cronisti. Un cordone di agenti, indossati i caschi, successivamente ha fatto da barriera a un gruppo di manifestanti che voleva entrare in Campidoglio e si accalcava alle transenne. “Siamo del presidio del Casale di San Nicola. Abbiamo cercato di entrare con le mani alzate in Campidoglio, la polizia ci ha respinto ma alla fine hanno accettato di far entrare una nostra delegazione. Non c’è stato nessuno scontro”, spiega un manifestante.
Poco dopo le 17, dopo circa un’ora e mezza di protesta, i militanti del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato l’Aula Giulio Cesare e in Campidoglio, pian piano, la situazione è tornata alla normalità.
Le reazioni. “In più di un’occasione Buzzi e i suoi sodali parlavano di Ignazio Marino come di un nemico, auspicando addirittura che i loro amici lo facessero cadere- ha commentato Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario dem a Roma – Non stupisce più di tanto, quindi, che quotidianamente le destre protagoniste della vergognosa gestione Alemanno alimentino una indegna gazzarra contro Marino per nascondere le proprie immense responsabilità. Non stupisce nemmeno che un partito il cui padrone ha dichiarato che la mafia non esiste chieda ripetutamente quello che chiedeva Buzzi, ovvero la cacciata di un sindaco che sta ripulendo la città. Sono lieto – ha proseguito Orfini – che il M5S abbia deciso di scegliere con largo anticipo il candidato sindaco che nel 2018 sfiderà Marino, così forse la prossima volta riusciranno a presentarsi più competitivi che nel 2013. Da parte nostra, siamo consapevoli che occorra una rigenerazione etica della città. Per questo stiamo facendo pulizia nel Pd senza fare sconti a nessuno e con la durezza necessaria. Non ci risulta che gli altri stiano facendo lo stesso. Siamo al fianco di Marino e Zingaretti e diciamo loro ancora una volta di proseguire sulla strada delle legalità e del buon governo”.
Su twitter Beppe Grillo ha lanciato l’hashtag ‘occupycampidoglio” e postato: “Mafia Capitale scandalo senza fine. Il Comune di Roma va resettato i legami con la mafia recisi il Campidoglio disinfestato”. “Siamo in piazza del Campidoglio con i cittadini a chiedere le dimissioni di Marino”, ha detto il Nuovo centrodestra in piazza con il coordinatore del Lazio, Roberta Angelilli, e il capogruppo capitolino Roberto Cantiani, assieme ai consiglieri municipali Stefano Erbaggi, Jessica De Napoli, Alessandra Consorti, Holljwer Paolo. Presenti anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia.
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